Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Toninelli: «Forti dubbi sulla Pedemontana»
La Pedemontana non si può fermare ma continua a far litigare Lega e Cinque stelle, alleati a Roma e nemici acerrimi in Veneto. A riaccendere i fuochi ci ha pensato il ministro Toninelli, sobillato dai suoi: «Ho forti dubbi sulla sostenibilità finanziaria, farò verifiche».
VENEZIA Un punto è bene chiarirlo sin dal principio: la Pedemontana non può essere bloccata, le ruspe non si possono fermare. È già completata per oltre il 30%, cantierata per il 55% ma soprattutto tracciata per il 100%, come dimostrano le foto scattate dall’alto in cui si vede chiaramente il sedime della superstrada snodarsi tra le campagne del Vicentino e del Trevigiano (volendo ci si potrebbero aggiungere pure gli espropri, liquidati all’80%). Piaccia o non piaccia, insomma, e da ben prima che il Governo legastellato si producesse nel Def, ci si trova di fronte ad un processo irreversibile, a meno di non voler incorrere in una causa miliardaria col concessionario, il Consorzio Sis, e in uno scempio ambientale senza precedenti in Veneto, una ferita destinata a non rimarginarsi più.
Lo sanno benissimo anche i Cinque Stelle, che difatti non chiedono più, come un tempo, lo stop ai cantieri bensì una revisione del Piano economico finanziario (il Pef) in virtù del quale Sis sarà ripagata dei lavori per 39 anni (tanto dura la concessione con la Regione). E il Pef, quello invece sì può ancora essere modificato, in qualunque momento: è sufficiente l’accordo tra le parti, la Regione e Sis. Che però non ci pensano nemmeno a rimettere mano alle calcolatrici, dopo che l’anno scorso hanno faticosamente trovato un accordo che ha permesso di superare lo stallo nei cantieri, i dubbi sui pedaggi e le minacciate, gravi ripercussioni sui conti della Regione, che in base alla prima convenzione avrebbe dovuto ripianare le eventuali perdite patite da Sis per via della riduzione del traffico (il quadro era così grave che il governatore Luca Zaia arrivò perfino a ipotizzare il ritorno della vituperata addizionale Irpef).
La querelle a cui si assiste in queste ore, dunque, è tutta politica e non incide sul prosieguo dell’opera da 2,2 miliardi, messa decisamente più a rischio, come ha ammesso lo stesso Matterino Dogliani, presidente di Sis, dal sequestro giudiziario imposto sui 6 chilometri della galleria tra Malo a Castelgomberto dalla procura di Vicenza, dopo la morte di un operaio nell’aprile del 2016. Ciò chiarito, è indubbio che lo scontro in atto sia di alto livello. Perché coinvolge figure di primo piano come il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli e il governatore Luca Zaia, perché investe le due forze impegnate nell’alleanza di governo a Roma e perché in prospettiva mette a repentaglio la sopravvivenza stessa del Movimento Cinque Stelle in Veneto, visto che i pentastellati hanno fatto del No alla Pedemontana uno dei perni (con le Pfas) della loro opposizione a Zaia. Se si molla pure su questo, dopo che già si è mollato sull’autonomia, per i Cinque stelle rischiano di non esserci più spazi di agibilità politica a queste latitudini.
Così si spiega l’incontro urgente preteso da deputati, senatori e consiglieri regionali M5S giovedì sera a Roma col ministro Toninelli, dopo che in Veneto la Lega aveva sbandierato «il via libera del Gover- no alla Pedemontana», desumendolo a contrario dal fatto che l’opera - a differenza della Tav Brescia-Padova - non compare tra quelle oggetto di revisione nel Def. «Smentisco di aver dato l’avallo a un’opera quantomeno di dubbia sostenibilità come la Pedemontana - ha spiegato ieri Toninelli L’elenco, nel Def, delle opere sottoposte all’analisi costi-benefici non è esaustivo e la Pedemontana mi preoccupa rispetto al suo livello di sostenibilità finanziaria sia in termini di costruzione che di gestione e non vorrei che ci fossero, per il concessionario, condizioni di favore ancora maggiori rispetto a quelle che il Governo sta cercando di modificare in relazione ad altre convenzioni autostradali». Toninelli ricorda quindi le osservazioni della Corte dei conti, che pure sta contribuendo ad alimentare lo scontro Lega-M5S, visto che a Venezia ha dato sostanzialmente il via libera mentre a Roma seguita a produrre contestazioni. «Approfondirò con attenzione le richieste di chiarimenti per la parte di propria competenza, ma al tempo stesso aspettiamo le controdeduzioni della Regione» ha concluso il ministro, che ha poi rinvigorito i suoi spiegando di «apprezzare il loro lavoro, attento e approfondito, di sentinelle».
Immediata è arrivata la risposta di Zaia: «Noi abbiamo salvato quest’opera, la più grande cantierata in Italia, e l’abbiamo fatto in totale trasparenza coinvolgendo Corte dei conti, Anac, Avvocatura dello Stato. Abbiamo sempre reso pubblici tutti i dati, sono online. Per qualsiasi dubbio siamo disponibili, non ci fanno paura le verifiche, ma non può diventare un’agonia. Se c’è da fare qualcosa siamo qui, ma ad un certo punto bisogna anche porre la parola fine».
Sembra, insomma, che un incontro a quattrocchi tra Zaia e Toninelli potrebbe se non risolvere tutto, di certo chiarire molto ma tant’è, nell’attesa si alimenta la polemica tra i partiti, alleati e non. «Non c’è alcun semaforo verde, l’opera suscita grandi perplessità anche a Roma» scrivono consiglieri e parlamentari veneti del M5S. Replicano i parlamentari della Lega: «Avanti così, senza marce indietro o ripensamenti: i lavori devono procedere spediti». Il capogruppo leghista in Regione Nicola Finco ironizza: «Se Toninelli conosce la Pedemontana come il tunnel del Brennero possiamo stare tranquilli». I deputati forzisti Marco Marin e Dario Bond chiedono che la superstrada sia realizzata, «come chiedono le imprese», e a loro si unisce il senatore dell’Udc Antonio De Poli («Ormai sembra di essere su Scherzi a parte»), mentre il dem Andrea Zanoni getta sale sulle ferite degli alleati: «Toninelli continua a fare figuracce. Se l’opera non si può toccare perché c’è l’accordo con la Lega, abbia almeno la decenza di tacere».
Cantieri a buon punto La Pedemontana è già cantierata per il 55% e il sedime è tracciato