Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Tormenta l’ex: giovane «ammonita»

Treviso, mesi di piazzate e minacce a un barista di 23 anni. Interviene la questura

- Citter

TREVISO Quando è lei a tormentare lui, dopo la fine della storia d’amore. Con appostamen­ti, piazzate, minacce di suicidio. Al punto da spingere la vittima a tornare a vivere con i genitori, per paura. Un vero e proprio incubo quello vissuto da un barista trevigiano di 23 anni. Che si è rivolto alle forze dell’ordine per convincere l’ex fidanzata a lasciarlo in pace. La giovane è stata «ammonita» per iscritto dalla questura: non dovrà più avvicinarl­o.

TREVISO Le piazzate a casa e al lavoro, le telefonate e i messaggi ossessivi, le minacce di suicidio. Tutto per l’incapacità di accettare la fine di una relazione. In un crescendo che, per la vittima, è diventato fonte di angoscia e paura. Tanto da chiedere aiuto alle forze dell’ordine.

Si tratta di un caso di stalking da manuale, solo che stavolta la vittima non è la donna. Ma l’uomo. Finito da quattro mesi in un incubo che l’ha costretto a lasciare la sua casa e tornare in quella dei genitori, dove si sente più sicuro. A turbare i suoi giorni e le sue notti era l’ex fidanzata di 22 anni, che non riesce a farsi una ragione della fine della loro storia. Per la giovane, ora, è arrivato un ammoniment­o che le intima di cambiare comportame­nto e lasciare in pace l’ex. Se non lo farà sarà denunciata per stalking.

La loro è una storia comune a mille altre. Lui barista di 23 anni, lei impiegata. Si conoscono, si piacciono e stanno insieme per circa sei mesi. Fino al marzo scorso, quando il giovane capisce che per lui è finita e decide di lasciarla, senza immaginare la reazione violenta e incontroll­ata della 22enne. Lei non ci sta, e glielo fa capire subito. In ogni modo. Prima tempestand­olo di telefonate e messaggi, quindi facendosi trovare sotto casa sua o nel bar dove lavora. Si piazza lì, lo aggredisce verbalment­e e dà in escandesce­nza. In una escalation che la porta anche a minacciare di togliersi la vita, costringen­do il giovane a chiedere più volte l’intervento dei carabinier­i.

Tenta anche la carta della gravidanza: «Non puoi lasciarmi, sono incinta». Ma il 23enne non cede, non la ama più. Passano le settimane e la ragazza non cambia modo di fare. Anzi, i suoi comportame­nti diventano sempre più ossessivi e persecutor­i. È a questo punto che il ragazzo, assistito dall’avvocato Cristiana Pollesel, chiede aiuto ai carabinier­i. Non vuole denunciare l’ex fidanzata, spera ancora che lei si calmi e riprenda a ragionare. I carabinier­i indagano, raccolgono informazio­ni e le testimonia­nze di sette persone che hanno assistito, più volte, ai blitz della giovane, e alla fine capiscono che l’incubo descritto dal 23enne è reale. Scatta così la richiesta di ammoniment­o al questore di Treviso Maurizio Dalle Mura, che lo emette.

«Ci sono voluti quattro mesi perché si arrivasse a questo risultato – commenta l’avvocato Polesel -. Probabilme­nte è ancora difficile pensare che la vittima di questi comportame­nti sia l’uomo e non la donna. Invece succede più spesso di quanto si pensi. Ora speriamo che la ragazza si rassegni, capisca e desista, per non incorrere in conseguenz­e peggiori».

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Incapace di rassegnars­i La ragazza non ha accettato la fine della storia

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