Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
L’Aci assolve le auto «L’emergenza smog non dipende da loro»
«La colpa è dei riscaldamenti». Giù i morti in strada
TREVISO «I provvedimenti antismog di limitazione al traffico portano sicuramente benefici, ma non risolvono assolutamente la questione dell’inquinamento atmosferico che colpisce Treviso». È questa l’opinione di Michele Beni, presidente dell’Aci-Automobile Club Treviso, alla presentazione dei dati Istat sugli incidenti stradali riscontrati su scala nazionale, regionale e provinciale nel 2017.
Aci storce quindi il naso sul blocco dei veicoli più inquinanti (da Euro 0 fino a Euro 3, ma anche Euro 4 in caso di smog persistente) per le strade del Comune di Treviso, poiché «la maggior parte delle sostanze inquinanti, tra il 60 e il 90 per cento, è generata dagli impianti di riscaldamento, dalle industrie e dalla produzione di energia», rimarca Beni. Per l’associazione automobilistica trevigiana si devono creare valide alternative alla mobilità, cominciando da un potenziamento del trasporto pubblico o fornendo incentivi agli utenti per la rottamazione dei mezzi e la sostituzione con veicoli nuouna vi. Aci-Treviso ha poi illustrato i numeri degli incidenti stradali avvenuti durante il 2017 in Italia e nelle province venete, confrontandole con i risultati del 2016.
Se la situazione nazionale ha registrato un peggioramento, con l’aumento del 2,9% in 12 mesi, la provincia di Treviso risulta al contrario delle più virtuose d’Italia, annotando un -18,8 % al dato delle vittime stradali e un deciso contenimento di decessi. Su questo aspetto è una delle migliori in Veneto, che vede Belluno all’ultimo posto della classifica, con il 27,3% in più di mortalità. Il 2017 ha contato 52 persone morte sulle strade trevigiane, la maggior parte over 65, abitualmente alla guida nei centri abitati. Ciò è dovuto, come ricorda Beni, «alla scarsa conoscenza della segnaletica stradale da parte degli anziani, che hanno il compito di aggiornarsi sulle nuove regole». Il mancato rispetto della segnaletica è dunque la causa principale degli incidenti, seguita poi dalla distrazione alla guida e l’utilizzo degli smartphone, o il non aver mantenuto la corretta distanza di sicurezza e l’alta velocità. Da segnalare meno vittime giovani, l’anno scorso. Pare dunque che le campagne di sensibilizzazione sull’argomento abbiano prodotto risultati positivi, anche se l’inizio del 2018 è stato traumatico da questo punto di vista, con diverse vite perse soprattutto giovanissime. E spesso, purtroppo, a causa del mancato uso delle cinture di sicurezza.