Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Autonomia provincial­e ignorata a Roma: Padrin ora convoca i tutti i sindaci

- Davide Piol

BELLUNO Impasse sull’autonomia della Provincia dolomitica: l’inquilino di Palazzo Piloni convoca un’assemblea straordina­ria dei sindaci. La data non è ancora stata fissata, ma il presidente Padrin vuol capire al più presto come muoversi e quali strategie adottare a un anno dal referendum del 22 ottobre scorso quando 107.519 bellunesi votarono a favore di una maggior autonomia della Provincia. Da allora nulla è cambiato.

L’allarme dal Bard (Belluno autonoma regione Dolomiti) che, sabato 20 ottobre, accenderà gli ormai tradiziona­li «Fuochi dell’autonomia». Spiega il sociologo Diego Cason, uno dei quattro «saggi» del tavolo tecnico di Palazzo Piloni: «Sui documenti già formulati dal governo si parla delle autonomie regionali, ma non di Belluno. I parlamenta­ri non hanno fatto di meglio. Solo Paolo Saviane (Lega) ha chiesto il ripristino dell’elettività del presidente. Necessario ma non sufficient­e senza risorse, competenze e personale».

La paura legittima del movimento è che Belluno rimanga tagliata fuori, non essendo al tavolo romano delle trattative. «Non è un percorso facile — concludono dal Bard — È la prima volta che si riconosce un soggetto all’interno di una Regione. Ma ci vogliono politiche ad hoc per la montagna alpina e non veneta».

Stesso discorso per la sanità. Il nuovo Piano socio-sanitario del Veneto che non convince il Pd bellunese. «Una provincia che forse ospiterà le Olimpiadi invernali — chiarisce il parlamenta­re Roger De Menech — deve avere una sanità efficiente. La Regione non si prenderà la responsabi­lità politica di chiudere un ospedale, ma farà di tutto per depotenzia­rlo e privarlo di servizi ed è quello che sta accadendo. I Pronto soccorso di Pieve e Agordo non vanno smantellat­i.

Sanità, Pd in trincea Piano socio-sanitario, contestati alla Regione possibili tagli. E Bello attacca Massaro

Se l’emergenza va gestita in un’ora di tempo va mantenuta la rete attuale. Servono risorse, non chiacchier­e». Fondamenta­li l’elisoccors­o h24, la medicina di gruppo e che il polo sanitario rimanga in provincia.

«I sindaci hanno fatto del loro meglio, ma non chi doveva guidarli. Se dopo cinque anni la sanità è al palo Massaro deve riconoscer­e la propria incapacità e mettersi da parte» chiosa Paolo Bello, capogruppo Pd-Belluno.

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