Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
La vera via per il reddito e l’occupazione
Due suggerimenti in linea col tentativo di rendere «utile» il maggior disavanzo previsto nonostante i diversi passati impegni assunti con l’Unione Europea. Se il governo intende insistere nel far assumere all’Italia questo rischio deve renderlo accettabile riducendo il dazio da pagare alla «somma» micidiale delle promesse elettorali di Lega (quota 100 per le pensioni) e M5S (reddito di cittadinanza). Usare il prezioso, e rischioso, disavanzo non per finanziare il fuoco di paglia di una pura distribuzione di un reddito preso a prestito – che comunque potrebbe essere impiegato per dare «reddito di cittadinanza» attraverso un «lavoro di cittadinanza» ad esempio finanziando lavori socialmente utili o realizzando quota 100 per le pensioni senza abbassare troppo l’età pensionabile - ma per alimentare il fuoco duraturo di investimenti infrastrutturali capaci di aumentare in via permanente la produzione di reddito ed occupazione. Una scelta che potrebbe avere anche l’effetto di cambiare il rapporto con l’Unione Europea. Con l’Ue condividiamo da tempo l’obiettivo di realizzare reti transeuropee di trasporto, energetiche e digitali che sono di « comune interesse europeo». Su queste (investimenti per decine di miliardi di euro) l’Europa non può dirci di no. Possiamo pretendere un cofinanziamento europeo di grandi dimensioni (superiore ai pochi miliardi per investimenti previsti oggi dalla manovra governativa), sottratto ai vincoli europei su deficit e debito. Ma dovremmo dimostrare di saperli spendere subito. Perché «di comune interesse europeo» sono la Tav da Verona a Padova, e da Venezia a Trieste, ma anche in val di Susa, il Terzo Valico di Genova, il Tap per il gas azero, investimenti nei porti Alto tirrenici e Alto adriatici che congiungono i mercati europei a quelli globali. Tutto ciò per una vera crescita.