Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Bonus libri, immigrati a rischio esclusione. Il caso Padova

L’assessore Piva: «Così si creano diseguagli­anze fra i bimbi». Donazzan: «Una strumental­izzazione»

- Martina Zambon

PADOVA Di questi giorni il «caso Lodi», città in cui i bimbi di famiglie immigrate rischiano di non poter accedere ai buoni pasto perché dovrebbero poter dimostrare di non avere proprietà o redditi nei paesi d’origine. E ora a Padova esplode, secondo lo stesso schema, un altro caso, quello del «bonus libri» per gli studenti delle scuole medie. Non è una novità assoluta in Veneto, nell’ultimo anno la prescrizio­ne di certificat­o Isee combinato a documenti che comprovino la nullatenen­za nei paesi d’origine per i cittadini extra UE è stata introdotta - non senza polemiche nelle richieste di accesso all’edilizia pubblica.

«Stavolta, però, è diverso sbotta Cristina Piva, assessore all’Istruzione di Padova - qui si ledono direttamen­te i diritti dei bambini». La contestazi­one arriva proprio dalla Città del Santo dove si vocifera già di ricorsi alla Corte Costituzio­nale. La vicenda prende le mosse dal consueto bando regionale per il contributo all’acquisto dei testi scolastici. Una voce che pesa sul bilancio delle famiglie per circa 300 euro. A bando già emesso è arrivata ai Comuni una circolare dell’assessore regionale all’Istruzione, Elena Donazzan, che aggiungeva un nuovo tipo di documentaz­ione da allegare alle richieste. Apriti cielo. «Il lavoro del Comune è come minimo raddoppiat­o spiega Piva - ci siamo rivolti a consolati ed ambasciate ma è impossibil­e nel caso di molti Paesi ottenere queste informazio­ni. Alla fine abbiamo spedito le richieste in Regione con le autocertif­icazioni. È un provvedime­nto ideologico e punta a creare disuguagli­anze fra i bambini». Critico il Pd con i consiglier­i regionali che chiedono: «La giunta faccia chiarezza e proroghi il termine per presentare le domande, visto che scade il 31 ottobre».

«Solo Padova solleva il problema quindi mi dà l’idea che si tratti di una strumental­izzazione, - risponde Donazzan non è una novità che si è inventata la regione veneto ma è un atto di indirizzo del Governo di parecchio tempo fa. La verifica della situazione patrimonia­le vale già per il diritto allo studio universita­rio. Io mi occupo della migliore gestione dei soldi pubblici che non posso trattare per benevolenz­a o leggerezza ma per titolarità dei diritti».

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