Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
L’ultima sfida contro la sla: è morto Lillo Battistin
Il rugbista si è spento ieri. Per aiutarlo ad acquistare i farmaci si era mobilitata anche Treviso
TREVISO Alessandro Battistin, «Lillo» per gli amici, è morto ieri pomeriggio nella sua casa ad Albignasego, nel Padovano. Aveva 52 anni, era ammalato di Sla e la malattia, feroce nel suo caso, lo ha preso in poco più di un anno e mezzo. Lo piange il mondo del rugby, dov’era cresciuto prima come giocatore ai Tre Pini, in cui ricopriva il ruolo di seconda linea, poi come allenatore al Petrarca e al Valsugana.
Grinta, carattere, ma anche tanto spirito goliardico gli hanno fatto vivere gli anni più belli della sua vita tra i campi da rugby di tutto il Veneto. L’annuncio della sua morte è stata data ieri allo stadio Battaglini di Rovigo, dove si stava disputando il match RovigoPetrarca e dove il pubblico ha dato vita a un lungo applauso in sua memoria. Lillo era anche stato un poliziotto e i colleghi non lo hanno mai lasciato solo in questa sua battaglia. Per mesi si sono dati il turno con la moglie Michela per accudirlo, occupandosi delle medicine, degli spostamenti.
Lillo ha dato del filo da torrio cere alla malattia, lottando talvolta anche contro i medici che non gli consentivano di entrare in protocolli sperimentali che gli avrebbero consentito di accendere una speranza. Nell’ultima intervista rilasciata al Corriere del Veneto il 31 dicembre scorso diceva di essersi sentito tradito dai dottori che lo seguivano. «Mi avevano detto che potevo entrare in un protocollo di sperimentazione e che il Radicut (un farmaco molto costoso, ndr.) mi sarebbe stato passato dal sistema sanita- nazionale – spiegava – ma improvvisamente non potevo più essere nella lista perché manifestavo già seri problemi di deambulazione. Mi sono sentito abbandonato». Negli ultimi mesi il lento e inesorabile decorso della malattia lo aveva portato ad una forte debilitazione. Qualche giorno fa l’associazione di rugbisti «Amici di Mattia» gli aveva regalato un aspiratore per aiutarlo a respirare meglio. A Treviso, il 3 novembre era previsto un torneo organizzato per raccogliere fondi per lui, e che invece sarà il primo a celebrarne il ricordo. Lillo lascia una ragazzina di 11 anni e la moglie, che il mondo del rugby e della polizia di Stato non abbandoneranno.