Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Rastrelliere e ciclabili, scatta il «piano bici» Ca’ Sugana potenzia i punti di sosta e riorganizza la viabilità. Iannicelli: «Basta mezzi ammassati ovunque»
TREVISO Bisogna mettere un po’ di ordine, in città. E non si parla solo di cassonetti e rifiuti. Né di zone a traffico limitato, con la riapertura di Ponte San Francesco e piazza San Vito a suon di multe e parcheggio selvaggio. Si parla, stavolta, di biciclette. Appoggiate a muri, colonne e ringhiere, ammassate sulle rastrelliere ma soprattutto fuori dagli stalli dedicati. Davanti ai negozi, in mezzo alle piazze, perché le aree dedicate sono poche e sempre piene, o posizionate in modo da non riuscire ad essere utilizzate in modo efficiente.
Da un lato si coglie un segnale positivo perché dimostra l’attitudine dei trevigiani a muoversi su sellino e pedali (malgrado in autunno e in inverno l’utilizzo delle due ruote si riduca sensibilmente), ma dall’altro è l’evidenza di una carenza ormai endemica, della quale si parla ma alla quale non si trovano soluzioni.
A risollevare il tema è stato nei giorni scorsi il presidente del Consiglio comunale Giancarlo Iannicelli: «La bicicletta è sempre più il mezzo preferito dai cittadini. È impegno dell’amministrazione provvedere all’acquisto di nuove rastrelliere per il parcheggio delle bici. Non vogliamo più vedere mezzi ammassati ovunque. Ne ho già parlato anche con il sindaco, vorremmo partire in primavera».
Ma come? Un progetto di riorganizzazione e potenziamento degli stalli è al vaglio di due assessorati, i lavori pubblici e la mobilità, con lo studio di un nuovo arredo urbano che metta d’accordo la praticità degli spostamenti e l’omogeneità degli strumenti. «L’obiettivo è aumentare il numero delle rastrelliere, perché la sosta sia riordinata e rispettosa del centro storico, – spiega l’assessore Sandro Zampese, che si coordina con il vicesindaco Andrea De Checchi - e individuare delle zone più idonee. Questo comporta un’analisi dettagliata che è già partita e sarà completata nei prossimi mesi».
Dovrà essere accompagnato però anche da un piano sulla mobilità ciclabile (per densità delle piste ciclabili le province di Padova, in testa alla classifica nazionale con 181,7 km per 100 km quadrati, e Treviso, con 109,6 km per 100 km quadrati, risultano avere il valore più alto d’Italia tra i capoluoghi che superano i 100 km per 100 km quadrati), per ottimizzare le corsie riservate alle biciclette e i percorsi protetti. Perché se l’obiettivo è una città vivibile, in cui ridurre il numero delle automobili, ridurre lo smog e valorizzare le qualità del centro, sostenere l’uso di mezzi ecologici e non inquinanti passa anche attraverso il servizio che viene offerto.