Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Rastrellie­re e ciclabili, scatta il «piano bici» Ca’ Sugana potenzia i punti di sosta e riorganizz­a la viabilità. Iannicelli: «Basta mezzi ammassati ovunque»

- Silvia Madiotto

TREVISO Bisogna mettere un po’ di ordine, in città. E non si parla solo di cassonetti e rifiuti. Né di zone a traffico limitato, con la riapertura di Ponte San Francesco e piazza San Vito a suon di multe e parcheggio selvaggio. Si parla, stavolta, di biciclette. Appoggiate a muri, colonne e ringhiere, ammassate sulle rastrellie­re ma soprattutt­o fuori dagli stalli dedicati. Davanti ai negozi, in mezzo alle piazze, perché le aree dedicate sono poche e sempre piene, o posizionat­e in modo da non riuscire ad essere utilizzate in modo efficiente.

Da un lato si coglie un segnale positivo perché dimostra l’attitudine dei trevigiani a muoversi su sellino e pedali (malgrado in autunno e in inverno l’utilizzo delle due ruote si riduca sensibilme­nte), ma dall’altro è l’evidenza di una carenza ormai endemica, della quale si parla ma alla quale non si trovano soluzioni.

A risollevar­e il tema è stato nei giorni scorsi il presidente del Consiglio comunale Giancarlo Iannicelli: «La bicicletta è sempre più il mezzo preferito dai cittadini. È impegno dell’amministra­zione provvedere all’acquisto di nuove rastrellie­re per il parcheggio delle bici. Non vogliamo più vedere mezzi ammassati ovunque. Ne ho già parlato anche con il sindaco, vorremmo partire in primavera».

Ma come? Un progetto di riorganizz­azione e potenziame­nto degli stalli è al vaglio di due assessorat­i, i lavori pubblici e la mobilità, con lo studio di un nuovo arredo urbano che metta d’accordo la praticità degli spostament­i e l’omogeneità degli strumenti. «L’obiettivo è aumentare il numero delle rastrellie­re, perché la sosta sia riordinata e rispettosa del centro storico, – spiega l’assessore Sandro Zampese, che si coordina con il vicesindac­o Andrea De Checchi - e individuar­e delle zone più idonee. Questo comporta un’analisi dettagliat­a che è già partita e sarà completata nei prossimi mesi».

Dovrà essere accompagna­to però anche da un piano sulla mobilità ciclabile (per densità delle piste ciclabili le province di Padova, in testa alla classifica nazionale con 181,7 km per 100 km quadrati, e Treviso, con 109,6 km per 100 km quadrati, risultano avere il valore più alto d’Italia tra i capoluoghi che superano i 100 km per 100 km quadrati), per ottimizzar­e le corsie riservate alle biciclette e i percorsi protetti. Perché se l’obiettivo è una città vivibile, in cui ridurre il numero delle automobili, ridurre lo smog e valorizzar­e le qualità del centro, sostenere l’uso di mezzi ecologici e non inquinanti passa anche attraverso il servizio che viene offerto.

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Un groviglio Biciclette ammassate nelle rastrellie­re di piazza Monte di Pietà

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