Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Canapa, un esperimento per nuovi utilizzi
Dall’edilizia alla cosmesi: test di coltivazione nel Bellunese: ma ora i fondi
BELLUNO Bioedilizia, alimentazione e cosmesi: sono gli ambiti di applicazione della canapa, coltivata in via sperimentale in sette località del Bellunese. Uno studio di Ca’ Foscari, finanziato dall’UE, dimostra come la pianta di canapa, tradizionalmente coltivata nel territorio, possa offrire opportunità di innovazione e sviluppo, rendendo più efficiente la produzione.
La canapa può essere utilizzata in diversi ambiti, dalla nutraceutica (integratori alimentari, cosmesi) alla bioedilizia. La sperimentazione, ospitata da un’azienda agricola nel Bellunese, ha dimostrato come dalla gestione dello scarto della pianta, il fusto, si ricavi, con varie fasi e macchinari specifici, il canapulo, che mescolato ad un legante forma la calcecanapa,
utilizzabile per la produzione di intonaco isolante, aggregati riempitivi o ancora pannelli prefabbricati. «Si parla di un vero e proprio bio-distretto nella provincia di Belluno - dice Ezio Orzes, assessore all’Ambiente di Ponte nelle Alpi-. I territori marginali non sono adatti a coltivazioni estensive, ma hanno un ricco patrimonio di biodiversità. E’ un’agricoltura di nicchia, per un settore in evoluzione che potrebbe tradursi in filiere locali di alta qualità».
Ma qual è il futuro del settore? «Se vogliamo diffondere la coltivazione della canapa, deve assicurare un reddito a chi la coltiva - dice Francesco Meneghetti, Confagricoltura Veneto -. Servono finanziamenti e risorse per la produzione a monte». In Italia una legge promuove la coltivazione e la filiera agroindustriale della canapa, ma manca un finanziamento diretto. Roger De Menech, parlamentare del Pd, in commissione Ambiente: «In passato non si è stimolato questo tipo di pratica agronomica, che risultava marginale e pericolosa nell’immaginario collettiva. Serve un supporto regionale e da parte del ministero dell’Agricoltura, dobbiamo smettere di parlare di sviluppo di aree marginali, altrimenti saranno marginali anche per la politica».