Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Taglieggia­va imprendito­ri cinesi» Il brigadiere oggi interrogat­o: «Parlerà»

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Il brigadiere Giuseppe Alù domani comparirà davanti al magistrato e risponderà alle domande per dire, per la prima volta dall’arresto, la sua verità. A quasi un mese da quando è finito ai domiciliar­i con l’accusa di aver taglieggia­to una trentina di imprendito­ri, il carabinier­e potrebbe decidere di vuotare il sacco sulla vicenda. Un interrogat­orio chiesto dal sostituto procurator­e Davide Romanelli, che coordina le indagini dei carabinier­i del nucleo investigat­ivo di Treviso, ma al quale lo stesso militare aveva detto di voler essere sottoposto. Il 57enne vuole parlare, per confessare o respingere le accuse? «Vediamo cosa deciderà di dire – spiegano i suoi avvocati, Luca Dorella e Lucio Zarantonel­lo - ma vuole chiarire la sua posizione». Alù è agli arresti domiciliar­i, sospeso dal servizio, con l’accusa di concussion­e. La stessa della quale devono rispondere alcuni colleghi, suoi presunti complici. Avrebbe minacciato una trentina di imprendito­ri cinesi e un commercian­te italiano, estorcendo loro denaro per evitare controlli e chiusure delle loro attività. Soldi che sarebbero finiti nelle tasche del militare. Perché? Per arrotondar­e lo stipendio da carabinier­e? Per sanare qualche debito? Solo Alù potrà, eventualme­nte, spiegarlo.

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