Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Casa al vigile pagata «in nero» La teste inguaia il vicesindac­o

Santo Stefano, l’accusa in aula: «In una busta 2.500 euro per l’affitto»

- Davide Piol

BELLUNO «Dina Pomarè ci ha consegnato la busta con i soldi dell’affitto. Il primo anno a me, il secondo a mio marito. Non abbiamo firmato nessun contratto». La locatrice di Santo Stefano di Cadore, teste della Pubblica accusa, l’ha ripetuto più volte. L’appartamen­to in cui ha abitato nei due mesi estivi del 2013 e del 2014 il vigile urbano di Asolo (Treviso) Silvio Cunial, chiamato dal Comune cadorino per un lavoro stagionale, sarebbe stato pagato in nero. Dina Pomarè, 59enne di Santo Stefano, era ed è contabile dell’amministra­zione comunale. Insieme al vicesindac­o Paolo Tonon e alla consiglier­a Lara Zandonella Piton, di 57 e 44 anni, è accusata di abuso d’ufficio. «Mi avevano detto che il Comune cercava un appartamen­to – ha raccontato l’affittuari­a – Abbiamo parlato con la ragioniera che ci ha offerto 2.500 euro per due mensilità, spese comprese. Ho chiesto se dovevamo firmare qualcosa e mi ha detto di no. Mai pensato che fosse una cosa illecita altrimenti non l’avrei fatta». La casa ha due piani ed è formata da tre camere da letto, due bagni, cucina e sala. Si trova a 100-150 metri dal centro dove gli appartamen­ti in agosto arrivano anche a 800 euro ma non di più. La vicenda nasce da un esposto che i cittadini consegnano ai carabinier­i. Tra le varie cose che vengono contestate al Comune c’è anche una richiesta di chiariment­o sui rimborsi spese e sui benefit del vigile urbano che aveva creato non poche voci di corridoio nel paese. «Lo vedevamo andare avanti e indietro – ha raccontato un’albergatri­ce del centro – Poi siamo venuti a sapere che aveva un appartamen­to. Chi lo stava pagando? Abbiamo pensato ci fosse un illecito». Il comune di Santo Stefano di Cadore aveva stretto un accordo con quello di Asolo. Per non rimanere scoperto soprattutt­o d’estate si sarebbe avvalso di tre agenti trevigiani. Fu messo nero su bianco che Asolo non avrebbe sostenuto nessuna spesa per le loro trasferte e relative sistemazio­ni. Silvio Cunial ha spiegato ieri che «l’appartamen­to gli era stato fornito dall’ex comandante della polizia locale, all’epoca dei fatti in malattia. Non ho mai chiesto nulla né tanto meno chi lo pagasse. Nel 2015 me ne sono andato perché c’era un malessere generale e i cittadini sparlavano di me. Non mi sono sentito tutelato dall’amministra­zione». Il consulente del pubblico ministero Roberta Gallego ha svolto un’indagine sulle spese di economato e sui contributi erogati dal Comune ad altri enti ma non ha trovato nulla di anomalo. Da dove arrivavano allora i 2.500 euro con cui la contabile Dina Pomarè avrebbe pagato l’affitto del vigile?

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(archivio) In tribunale Ieri l’udienza al palazzo di giustizia di Belluno

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