Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
È già ora di Tvb-Fortitudo
La classica Alla terza giornata faccia a faccia tra le grandi favorite: domenica sarà la sfida numero 104 Pillastrini: «Duello che arriva troppo presto. Fantinelli? A Treviso lo abbiamo creato, ha dato tutto»
BOLOGNA Il contatore segnerà 104 al prossimo scatto, previsto per domenica a mezzogiorno. Centoquattro volte Treviso-Fortitudo, al Palaverde e in diretta tv, è il big-match di A2 è conta subito tantissimo: se come tutti dicono De’ Longhi e Lavoropiù sono davvero le più forti del loro girone, nella corsa al primo posto che assegna la promozione il confronto diretto — e magari anche lo scarto — potrebbe avere un peso determinante.
Anche frugando nella lunga storia di una sfida che ha già fatto epoca, non c’è traccia di una partita così importante già a fine ottobre, appena alla terza giornata di campionato. Domenica c’è già un pezzettino di serie A in palio e figurarsi se dall’altra parte non si ripresenta lei, la carissima nemica Fortitudo. Dal 28 ottobre 1979, prima puntata della saga (Mercury-Liberti 69-67 in piazza Azzarita) all’ultima, nel marzo scorso (ConsultinvestDe’ Longhi 78-82, sempre al PalaDozza) la rivalità corre sul filo da quasi quarant’anni. Tra battaglie furibonde, trofei in palio, grandi giocatori ed equilibrio esasperato: la Fortitudo è avanti nel conto generale ma di un’incollatura, 5251, e domenica si rigioca. Altri numeri dell’infinito testa a testa: 24-24 in stagione regolare, 6-6 nelle serie di playoff, 4-4 in Eurolega. Treviso-Fortitudo è stata cinque volte finale scudetto (ma qui la bilancia si sposta, 4-1 trevigiano) e quattro volte semifinale (2-2), delle 103 partite giocate ben 45 sono di playoff (23-22), naturalmente sommando tra loro la storia dei diversi club che hanno rappresentato realtà.
«Oggi sono certamente le due squadre più forti di A2, anche se i pronostici vanno poi confermati in campo» dice Stefano Pillastrini, che oggi non sta allenando, ma che resta legato a entrambe: la Forti- le due tudo è stata la prima squadra e Treviso l’ultima della sua lunga carriera. «La guarderò in tv, è una sfida che conta moltissimo, la stranezza è che si giochi così presto. Oggi la Fortitudo è più avanti ma Treviso è comunque in crescita e il fattore campo potrebbe pesare, il pronostico non può che essere uno scontato 50 e 50. Non sono stupito di vedere Bologna già così avanti, ha giocatori esperti che sanno passare la palla e conoscono il gioco. Il tema poi sarà la tenuta fisica fino in primavera».
Fermo, in giro per palasport a vedere partite per aggiornamento (sta girando l’Europa, andrà presto negli Stati Uniti) per Pillastrini è l’occasione di tornare sul suo ciclo quadriennale sulla panchina trevigiana. «Quattro anni molti belli, di crescita continua, ricostruendo tutto da zero. Resto legato soprattutto ai primi tre, in ognuno dei quali abbiamo vinto la stagione regolare, con squadre giovani, lanciando talenti come Moretti, Fantinelli e anche altri, combattendo sempre contro corazzate, Fortitudo, Virtus, Brescia, Trieste. Il quarto anno invece è stato diverso, la squadra era più esperta, fatta per salire, non ci siamo riusciti nonostante i problemi iniziali e il grandissimo girone di ritorno. Ma non ho rimpianti. È mancata la promozione ma in palio ce n’era una sola, era difficilissimo. Adesso invece ce ne sono tre, cambia tutto». Ed una va a chi vince la stagione regolare, per questo domenica è già così importante.
Il citato Fantinelli sarà uno dei protagonisti, costruito e
Confronto epico Giocatori leggendari e tante finali scudetto: ormai è un derby del basket italiano
lanciato proprio da Pilla a Treviso e rientrato alla base, a Bologna, non senza qualche polemica. «È uno vero, l’ho voluto io in Veneto e partendo da zero è diventato Mvp e capitano. Uno che ha dato sempre tutto per la squadra. Uno che sa anche fare sacrifici o rinunciare a qualcosa, come quando al primo colloquio per portarlo a Treviso mi disse che non si sentiva pronto». Sarà in campo, per la prima volta da avversario al Palaverde dopo aver saltato il fosso e aver indossato la maglia della Fortitudo. Non una partita qualsiasi, in quella sfida che ormai è diventato un derby d’Italia nel basket.