Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Cantieri in città, fondi sbloccati

Accordo Comuni-governo sul «Bando periferie»: in vista 18 milioni di euro Sette progetti si rianimano, tra cui recupero delle Gabelli e parco di Lambioi

- Moreno Gioli

BELLUNO Fine del pit-stop, riparte un po’ a fatica la macchina della rigenerazi­one urbana. Ieri l’accordo tra governo e Anci (Associazio­ne dei Comuni italiani) che permette la prosecuzio­ne dei lavori del «Bando periferie», i cui fondi erano stati congelati per due anni dal decreto «Milleproro­ghe».

Subito si erano alzati gli scudi da parte dei primi cittadini dei Comuni con progetti già pronti, tra i quali quello di Belluno, capofila di sette progetti già avviati: il nuovo piazzale della stazione ferroviari­a, il recupero delle ex scuole «Gabelli», il parco di Lambioi, la nuova pista ciclabile del Piave, la copertura delle aree scoperte dell’ex caserma «Piave», la mediateca delle Dolomiti a Palazzo Crepadona e il recupero dell’ex Chiesa dei Gesuiti (nella foto).

Progetti finanziati con 18 milioni di euro, ai quali si sommano 17 milioni di co-finanziame­nto da parte di privati. Una dote che rischiava di andare persa. Invece, con un’acrobazia burocratic­a, il bando è salvo, ma per le amministra­zioni civiche le cose si faranno più difficili. Il compromess­o raggiunto obbligherà i Comuni a contrarre direttamen­te i mutui e «fare da banca» per lo Stato, ma in cambio potranno finalmente indire le gare di appalto.

«Entro il 31 dicembre invieremo i progetti alla stazione appaltante» assicura il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro. L’accordo prevede la cancellazi­one del versamento, da parte del governo, dell’anticipazi­one del 20 per cento, attesa per metà settembre. «Per Belluno — spiega Massaro — 3,6 milioni di euro che avrebbero sostenuto le spese di progettazi­one e per l’avvio delle gare d’appalto». Costi che verranno coperti con i 4 milioni di euro che il Comune ha in cassa e che potrà utilizzare grazie al pagamento per gli stati di avanzament­o dei lavori. «Così però — puntualizz­a Massaro — si annulla il vantaggio derivante dallo sblocco dell’avanzo di amministra­zione che dovremo utilizzare per coprire i soldi che lo Stato ci doveva». Pare una vittoria di Pirro.

I Comuni verranno caricati di ulteriore adempiment­i, sottolinea Massaro. «Potremo accedere alla Cassa Depositi e Prestiti, accendendo nuovi mutui e sobbarcand­oci nuovi costi». Poi il carico burocratic­o sugli uffici. «Dobbiamo anticipare 18 milioni di euro, sarà necessario redigere ed inviare diversi documenti sullo stato di avanzament­o dei lavori, per rientrare più rapidament­e delle spese — spiega Massaro — Questo vuol dire più richieste dagli uffici, più documentaz­ione, più “scartoffie”. Tutto per non fare nulla di diverso rispetto a quanto avremmo fatto nella situazione ante-emendament­o al Milleproro­ghe».

Ma la partita non è ancora chiusa. «C’è un accordo, ma non c’è ancora un decreto — conclude Massaro — La settimana prossima, all’assemblea nazionale dell’Anci a Rimini, il Bando Periferie sarà al centro del confronto. I sindaci non abbassano la guardia».

Il sindaco Massaro Aggravi di costi e burocrazia Ma con l’Anci non ci fidiamo: manca il decreto

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