Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Asilo-lager, indagati titolare ed educatrice Il Pm: archiviate. I genitori si oppongono

Quero-Vas, le accuse: bimbi lasciati affamati e sporchi. Il Gip prende tempo

- Davide Piol

BELLUNO Bimbi maltrattat­i e asilo abusivo. Il titolare di una struttura a Quero-Vas e l’educatrice che vi lavorava sono indagati per truffa, maltrattam­enti, sostituzio­ne di persona ed esercizio abusivo della profession­e per fatti che risalgono al 2015 e al 2016. L’asilonido privato, ora chiuso, ospitava dai sei ai nove bambini di età compresa dagli uno ai tre anni.

La denuncia era partita dai genitori. I loro figli venivano lasciati spesso soli e tornavano a casa affamati e sporchi. I maltrattam­enti non riguardere­bbero aggression­i fisiche nei confronti dei piccoli, ma il mancato rispetto delle condizioni igienico-sanitarie di base.

Gli adulti si erano quindi confrontat­i e avevano deciso di scavare più a fondo sui referenti di quell’asilo che appariva così ambiguo, quasi improvvisa­to. Era bastata una piccola ricerca in Internet per scoprire che la Regione non aveva rilasciato alcuna autorizzaz­ione per l’apertura di una struttura-fantasma che non compariva in nessun registro.

Però ieri il Pubblico ministero ha chiesto l’archiviazi­one del caso o di tutti i reati eccetto la truffa. Ma una coppia di genitori, parte offesa del procedimen­to, si è opposta. Il Gip ha chiesto tempo.

Chiuse, intanto, le indagini su Giuseppe Lauro, 58enne di Domegge, Alessandro Piccin, 42enne di Calalzo, Luigi Zanettin, 37enne di Pieve di Cadore, Pasquale Ferraro e Fabio Laritonda, di 22 e 41 anni residenti a Brindisi in Puglia. Sono tutti accusati dell’incendio e dell’esplosione alla pizzeria «Mordi e fuggi» di Pieve di Cadore scoppiato nella notte del 24 aprile 2017. Secondo la Procura, il piano era stato architetta­to da Piccin, proprietar­io del locale, per riscuotere il risarcimen­to danni dall’assicurazi­one. Gli altri avevano portato due taniche di benzina nel locale e fatto partire l’incendio.

Ieri i carabinier­i hanno arrestato il 20enne Mattia Lotto, scappato dagli arresti domiciliar­i. Il giovane aveva patteggiat­o quattro anni e mezzo di reclusione per le rapine messe a segno in Valbelluna nell’estate 2017. F.S., suo complice e minorenne all’epoca dei fatti, aveva patteggiat­o un anno e otto mesi di carcere. Daniel Nigro, la «mente» del piano, condannato a cinque anni e quattro mesi di reclusione in abbreviato.

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