Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Asilo-lager, indagati titolare ed educatrice Il Pm: archiviate. I genitori si oppongono
Quero-Vas, le accuse: bimbi lasciati affamati e sporchi. Il Gip prende tempo
BELLUNO Bimbi maltrattati e asilo abusivo. Il titolare di una struttura a Quero-Vas e l’educatrice che vi lavorava sono indagati per truffa, maltrattamenti, sostituzione di persona ed esercizio abusivo della professione per fatti che risalgono al 2015 e al 2016. L’asilonido privato, ora chiuso, ospitava dai sei ai nove bambini di età compresa dagli uno ai tre anni.
La denuncia era partita dai genitori. I loro figli venivano lasciati spesso soli e tornavano a casa affamati e sporchi. I maltrattamenti non riguarderebbero aggressioni fisiche nei confronti dei piccoli, ma il mancato rispetto delle condizioni igienico-sanitarie di base.
Gli adulti si erano quindi confrontati e avevano deciso di scavare più a fondo sui referenti di quell’asilo che appariva così ambiguo, quasi improvvisato. Era bastata una piccola ricerca in Internet per scoprire che la Regione non aveva rilasciato alcuna autorizzazione per l’apertura di una struttura-fantasma che non compariva in nessun registro.
Però ieri il Pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione del caso o di tutti i reati eccetto la truffa. Ma una coppia di genitori, parte offesa del procedimento, si è opposta. Il Gip ha chiesto tempo.
Chiuse, intanto, le indagini su Giuseppe Lauro, 58enne di Domegge, Alessandro Piccin, 42enne di Calalzo, Luigi Zanettin, 37enne di Pieve di Cadore, Pasquale Ferraro e Fabio Laritonda, di 22 e 41 anni residenti a Brindisi in Puglia. Sono tutti accusati dell’incendio e dell’esplosione alla pizzeria «Mordi e fuggi» di Pieve di Cadore scoppiato nella notte del 24 aprile 2017. Secondo la Procura, il piano era stato architettato da Piccin, proprietario del locale, per riscuotere il risarcimento danni dall’assicurazione. Gli altri avevano portato due taniche di benzina nel locale e fatto partire l’incendio.
Ieri i carabinieri hanno arrestato il 20enne Mattia Lotto, scappato dagli arresti domiciliari. Il giovane aveva patteggiato quattro anni e mezzo di reclusione per le rapine messe a segno in Valbelluna nell’estate 2017. F.S., suo complice e minorenne all’epoca dei fatti, aveva patteggiato un anno e otto mesi di carcere. Daniel Nigro, la «mente» del piano, condannato a cinque anni e quattro mesi di reclusione in abbreviato.
Pizzeria esplosa La Procura chiede processo per cinque persone coinvolte
Bandito arrestato Manette per Mattia Lotto della gang dei rapinatori dell’estate 2017