Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Pedemontana, Toninelli a Zaia: «Collaboriamo»
VENEZIA E niente, il Movimento Cinque Stelle non demorde. A nulla vale la chiusura a doppia mandata del governatore Luca Zaia nei confronti di qualunque ipotesi di revisione della Pedemontana («Se hanno delle osservazioni da fare si rivolgano alla commissione Trasporti del consiglio regionale, il presidente li accoglierà a braccia aperte). Ieri il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, che già aveva espresso pubblicamente i suoi dubbi sulla sostenibilità dell’opera, è tornato alla carica, ribaden- do l’invito già rivolto a Zaia dal consigliere regionale Jacopo Berti a «lavorare insieme»: «Abbiamo sempre collaborato bene con Zaia e lo faremo anche sulla Pedemontana - ha detto il ministro -. Si tratta di un’opera di competenza regionale, è vero, in cui però lo Stato è intervenuto mettendo tanti soldi, prima che io arrivassi al ministero. Sono preoccupato: ho letto la relazione della Corte dei conti ed è molto critica, fa pensare a sprechi di soldi e ad una convenzione che costringerà gli automobilisti a pagare pedaggi troppo alti». Nessuna contrapposizione da parte di Toninelli, anzi, ora che governano insieme il Paese pare di capire che Lega e Movimento Cinque Stelle potrebbero ottenere risultati importanti: «Con Zaia c’è sempre stato un ottimo rapporto. È grazie al lavoro del sottoscritto e del mio ministero che tra poco, incrociando le dita, A22 e A4 potranno essere gestite in-house da società costituite da enti pubblici. Una novità straordinaria, un modello per cui gli utili delle autostrade non andranno più ai privati ma rimarranno pubblici per essere reinvestiti sul territorio».
Se si può collaborare insie-
me sulle concessioni. sembra chiedersi il ministro, perché non farlo anche per la Pedemontana?
In attesa di una risposta che non arriverà, perché per la Lega la partita ormai è arci-chiusa (anche se dubbi sulla convenzione con Sis sono arrivati dalla stessa maggioranza in Regione, sponda Guadagnini), il Movimento Cinque Stelle - già alle prese con i comitati furiosi per il mancato stop alla superstrada - è chiamato a fronteggiare un’altra grana, e cioè l’autoconvocazione di un’assemblea pubblica da parte del gruppo dei «ribelli» guidato dal polesano Ivaldo Vernelli, che in consiglio regionale fa riferimento a Patrizia Bartelle. Un’iniziativa simile a quella che si tenne il 21 maggio del 2017 a San Donà di Piave: l’appuntamento, stavolta, è a Salzano, domenica 28 ottobre, nella Sala Consiliare del Comune. La riunione, organizzata in polemica con l’ala Di Maio capitanata da Berti insieme agli altri consiglieri regionali (e alla quasi totalità dei parlamentari), accusata di non dialogare con gli attivisti e di non convocare le assemblee territoriali, ha all’ordine del giorno proprio la Pedemontana, oltre alla Tav e alle Grandi Navi («Una resa alla Lega?» ci si chiede nella mail circolata tra gli attivisti), oltre al contratto di governo a Roma con il Carroccio («Interventi su specifici aspetti: il M5S in Veneto, l’autonomia, i migranti») e le prospettive della sanità (dalla legge 194 ai vaccini).
Il malumore di una parte della base, già esploso a più riprese sul territorio (in particolare in Polesine, nella Bassa Padovana e in Riviera del Brenta) è dunque ben lungi dall’essere stato superato. Come reagirà stavolta Berti, da poco nominato tra i probiviri nazionali e da tempo desideroso di una resa dei conti definitiva?