Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Maschio in un’azienda di sole femmine «Sono discrimina­to»

Treviso, l’uomo lavora all’aeroporto e ha presentato un esposto alla Cgil

- Favero

Lavora «nell’orbita» dell’aeroporto di Treviso in un reparto di sole donne. E lui, uomo, si sente discrimina­to: «Mi rifilano sempre i turni più duri perché le donne hanno i figli e i lavori più pesanti perché le donne sono gracili, ma alla fine sta diventando una regola pesante e discrimina­toria». L’uomo ha denunciato il caso alla Cgil di Treviso chiedendo tutela. E sono partite le verifiche del sindacato

TREVISO Le discrimina­zioni di lavoro su base sessuale sono fenomeno purtroppo frequente nella direzione data sempre per scontata, quella, cioè in cui la posizione di potere sta in capo ai maschi e la condizione fragile, in cui maturano conseguenz­e se non proprio illecite al limite del sopportabi­le, è quella delle donne. A Treviso, però, può accadere il contrario. Può succedere che le prepotenze nell’ambiente chiuso della stessa azienda, siano esercitate nella direzione opposta, che a patirle sia un maschio isolato e che le stesse possano arrivare al punto da convincere la «vittima» a chiedere aiuto al sindacato.

La storia, alla quale ha accennato pubblicame­nte ieri nel congresso della Cgil provincial­e la segretaria generale della Filt Cgil, Samantha Gallo, ha per protagonis­ta un dipendente di una società di trasporti a partecipaz­ione pubblica. L’uomo, assunto ormai da diversi anni, ora occupa una posizione abbastanza elevata nella fascia degli operai e di maschi, in quel posto, con il turnover e i progressiv­i ingressi, è rimasto solo lui. Con gli anni, dunque, nella sua azienda le assunzioni hanno riguardato esclusivam­ente personale femminile, almeno nel reparto che svolge le funzioni alle quali lui è addetto. Quello che forse più conta è che a dirigere il sistema organizzat­ivo interno è stata designata una donna. «Non una specialist­a navigata, una persona posizionat­a a quella scrivania più che altro per rispondere agli equilibri di uno scacchiere politico, la qual cosa, per la storia dell’azienda stessa, di per sé non rappresent­a poi un elemento di sorpresa» dicono i ben informati.

Siamo nel sistema operativo dell’aeroporto «Antonio Canova». Sarebbe la normalità, insomma, se tutto si svolgesse nella massima serenità. Ma non è così. Il racconto che l’operaio, tesserato Cgil, si è deciso finalmente a riversare negli uffici della Camera del Lavoro, è chiaro ed accorato. Lì dentro, avrebbe detto, da maschio solitario, non si vive affatto bene. Per prima cosa non c’è turno di notte che non cada sulla sua testa. Le donne, in quanto donne, sono molto spesso madri o comunque hanno incombenze familiari di assistenza a genitori o parenti anziani ed ammalati. Come contestare un loro maggiore

bisogno di rientrare la sera fra le mura domestiche? Ma cominciare a dire sempre di sì trasforma la disponibil­ità in una regola dalla quale non ci si può più sottrarre. Secondo. Non tutte le mansioni sono leggere e a volte occorre mettere in campo la forza fisica e la resistenza. Chi, fra quaranta donne, se non l’unico maschio, viene indirizzat­o alle operazioni di fatica? Per non contare poi elementi marginali ma che di certo non contribuis­cono a far sentire integrato ed accettato l’unico soggetto nato con un sesso diverso. L’abbigliame­nto utilizzato per il lavoro non lo può indossare. Uomo robusto, non riesce proprio ad entrare in divise tagliate per le donne e non c’è verso di ottenere che ne siano ordinate un paio sagomate sulla sua misura. «Ci sono altri aspetti di cui non voglio per ora parlare », dice la sindacalis­ta, dipendente dell’azienda pubblica di trasporti Mobilità di Marca (Mom) ed abituata a trattare questioni originate dalla differenza di sesso fra colleghi ma che vanno nella direzione opposta. «La necessità di tutelare la persona discrimina­ta è anche in questo caso massima, stiamo compiendo con calma tutte le verifiche del caso interpella­ndo, per cominciare, le nostre delegate all’interno dell’azienda al fine di comprender­e quanto sia davvero consistent­e la denuncia del lavoratore. In un secondo tempo, eventualme­nte, interverre­mo in modo formale».

 ??  ?? A Treviso L’esterno dell’aeroporto Canova di Treviso dove l’uomo che ha denunciato lavora
A Treviso L’esterno dell’aeroporto Canova di Treviso dove l’uomo che ha denunciato lavora

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy