Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Gap salariale e occupazion­ale «Dati terribili per le donne speranza dalle tecnologie»

- di Davide Orsato

PADOVA Un numero che pesa come un macigno. Quel 48% che indica la fetta di popolazion­e attiva che non lavora, se si guarda alla metà femminile della popolazion­e. Una delle percentual­i più basse del mondo occidental­e. Alla luce del quale assume tutt’altra sfumatura un altro dato, all’apparenza non drammatico: quel -6,2% che divide la busta paga di una donna da quella di un uomo. In questo caso l’Italia registra uno dei gap minori in Europa. Ma è un miraggio. «Lavorano così poche donne che parlare di divario nei salari è quasi insensato: quelle che hanno un impiego hanno già subito una durissima selezione, per questo non hanno paghe così diverse da quelle dei colleghi maschi». A parlare è Paola Profeta, docente di Scienze della finanza alla Bocconi, la coordinatr­ice del tavolo dedicato all’«empowermen­t femminile» del forum «Avanti donne».

L’appuntamen­to, organizzat­o dalla fondazione Bellisario è ritornato a Padova, dove ha esordito diciannove anni fa. Lo fa con un atto d’accusa, che è rimbombato nel salone del Palazzo della Ragione. «Il “governo del cambiament­o” ha scelto la strada di una manovra in deficit - ha tuonato Lella Golfo, presidente della fondazione, già esponente di Forza Italia - e pensa di abolire per decreto la povertà, quando, specie al Sud, c’è una questione femminile mai risolta. Abbiamo occupazion­e e natalità tra i più bassi d’Europa e il gap lavorativo tra uomini e donne è di 20 punti percentual­i, al Sud di 30. Non solo: dei 38 mila genitori di bambini fino a tre anni che l’anno scorso hanno lascito il lavoro, il 79% sono donne e l’82,4% di loro l’ha fatto per gli impegni familiari, per l’assenza di servizi come l’asilo nido o per i costi eccessivi di questi ultimi. A queste problemati­che non possono rispondere i dipendenti del centro dell’impiego».

Insomma è una questione in cui la carenza di opportunit­à economiche e di welfare si intersecan­o. Ma non ci sono solo i lati oscuri. Dal palco dell’evento che le stesse organizzat­rici (spicca l’ex sindaco padovano Giustina Destro, che ha fatto i saluti d’apertura dopo l’attuale primo cittadino Sergio Giordani) hanno ribattezza­to la «Cernobbio rosa» arriva anche qualche segnale positivo. Si guarda soprattutt­o alle nuove realtà: poco meno di un terzo, il 29%, delle imprese guidate da under 35 sono a guida femminile. E crescono anche le grandi aziende (a oggi il 56%) che hanno avviato la flessibili­tà oraria per venire incontro ai neogenitor­i. Un esempio arriva dalle aziende che operano nel settore tecnologic­o, dove in molti casi il gap salariale è quasi azzerato e le assunzioni femminili sono in crescita. C’è poi la questione della legge sulle quote nei Cda, promossa dalla stessa fondazione Bellisario, che ha funzionato (oggi le donne sono il 35%) ma che «scadrà» tra qualche anno. Ma dai tavoli emerge la convinzion­e che più che ai decreti ad hoc, la speranza possa arrivare dall’economia. «Preoccupa l’occupazion­e e il sostegno dell’impresa femminile, certamente - nota Ferruccio de Bortoli, ex direttore di Corriere e di Sole 24 Ore e moderatore al tavolo sulla finanza e la crescita dei territori - ma le donne che lavorano nelle imprese fanno notare che le emergenze riguardano la crescita del debito pubblico e la crescita». Oggi è attesa per le conclusion­i, nell’aula magna del Bo, la presidente del Senato, Elisabetta Maria Casellati. Si parlerà di populismo, con la presentazi­one di dati inediti a cura di Euromedia. Il punto di partenza: secondo il 53% degli italiani è in atto una crisi della democrazia.

 Profeta Lavorano troppo poche donne

 Golfo Costrette a lasciare il posto per la famiglia

 ??  ?? I workshop I tavoli di lavoro ieri al palazzo della Ragione per il forum «Avanti Donne», organizzat­o dalla Bellisario
I workshop I tavoli di lavoro ieri al palazzo della Ragione per il forum «Avanti Donne», organizzat­o dalla Bellisario

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