Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Questo Paese diffida della scienza» Il caso Ilaria Capua diventa un film
Il regista Pistolini: «Strana assenza di solidarietà per la sua vicenda»
Un Paese singolarmente diffidente verso la scienza. Prende le mosse da una fotografia dell’Italia di oggi, vista attraverso gli occhi di una ricercatrice il cui caso è diventato emblematico, il docufilm di Stefano Pistolini «L’Antiscienza. Il caso Ilaria Capua», presentato ieri alla Festa del cinema di Roma con Mattia Feltri. Il festival, diretto da Antonio Monda, ha voluto così puntare i riflettori sul caso della virologa padovana clamorosamente coinvolta in un’inchiesta giudiziaria che aveva ad oggetto uno dei più infamanti sospetti che può toccare una persona di scienza - traffico di virus - e dalla quale la Capua è stata prosciolta.
Diventata famosa per aver deciso di rendere di dominio pubblico la sequenza genica del virus dell’aviaria quando lavorava all’Istituto zooprofilattico delle Venezie, tra il 2014 e 2016 Capua si è trovata coinvolta in un procedimento giudiziaria di cui ha saputo da un articolo di giornale.
L’impatto psicologico delle accuse e l’assenza di solidarietà espressa nei suoi confronti, sia dal mondo scientifico che da quello politico (Capua è stata deputata dal 2013 al 2016), l’hanno spinta a lasciare il paese per ricominciare una nuova vita negli Stati Uniti, a capo del laboratorio «One Health» dell’Università della Florida. «Una delle cose che mi ha ferito di più è stato vedermi strappare di dosso la credibilità, che per un ricercatore è tutto - aggiunge Capua E’ stato devastante essere dipinta come una criminale senza scrupoli. Adesso sono pronta ad andare avanti con la mia vita, dopo aver chiuso questo capitolo doloroso».
Per la prima volta, è il cinema ad occuparsi della sua vicenda, per parlare però di un problema più profondo, che riguarda l’antropologia degli italiani: «E’ un caso che ho seguito sulle pagine dei giornali - dice Pistolini - Fin dal suo apparire mi aveva colpito quella copertina de “L’Espresso” che ribaltava il comune sentire nei confronti di una scienziata che fino a quel momento era stata considerata una eccellenza italiana e diventava di colpo una trafficante di virus, sullo sfondo di un reato che prefigurava l’ergastolo. Ho seguito poi da un lato il progressivo afflosciarsi delle accuse, e dall’altro lato il risvolto molto strano di questo continuo difetto di solidarietà da parte del mondo politico e sociale».
Effettivamente, dopo l’elezione nelle liste di Mario Monti e l’esperienza di parlamentare come presidente della Commissione sanità, le dimissioni di Capua vennero accolte in modo per lo meno laconico dai colleghi e dalla stampa. «Come se si trattasse di un evento qualsiasi - fa notare Pistolini - Poi ho letto il libro di Ilaria, “Io trafficante di virus” (Rizzoli), che è la ricostruzione di una storia che definirei a metà strada tra gogna mediatica, bufala e fake news. L’ho cercata, pensando di trarne un documentario, che Sky ha accettato subito di produrre». E il progetto si è allargato, «perché l’idea interessante è stata di farne un punto di partenza più che un riepilogo: per capire questo strano sentire, che in Italia sembra così diffuso, questa diffidenza verso la scienza - dai vaccini al caso stamina alla Xylella, in Puglia - questa strana volontà di mettere una serie di paletti a prescindere verso la scienza». Secondo Pistolini «nessuno ha alzato una mano quando si è dimessa, ma l’hanno accettato quasi con sollievo. E’ allora che Ilaria si deve essere detta: forse è meglio che io prenda le distanze da questo Paese».
Il film di Stefano Pistolini e Massimo Salvucci, con la collaborazione di Cristiano Panepuccia, andrà in onda l’11 novembre prossimo su Sky Atlantic, alle ore 21.25: «Il contributo che la narrazione cinematografica e televisiva può dare è significativo. L’unico scrupolo che cerco di mantenere vivo è evitare santificazioni di ogni genere. Non volevamo trasformare Ilaria Capua in una Giovanna d’Arco. Ma far ragionare qualcuno».
Capua Mi è stata strappata di dosso la credibilità
Pistolini Quando si è dimessa nessuno ha fiatato