Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
I sindaci sul piede di guerra: «Siamo strozzati dallo Stato, ora serve autonomia fiscale»
TREVISO Se la Provincia piange, i Comuni non ridono. E, visto che la manovra è in discussione, meglio presentare subito le criticità per ottenere le risposte che servono all’attività amministrativa, anche quella ordinaria che sempre più fatica a far quadrare i conti.
Ieri pomeriggio i sindaci della Marca hanno fatto rete, firmando tutti e 95 una piattaforma che chiede allo Stato di trattenere sul territorio le proprie risorse, in autonomia finanziaria e fiscale. L’hanno inviata ai parlamentari, al Mef e al Governo e non accetteranno un no: «Questa manovra deve riaccendere l’attenzione sui Comuni altrimenti il prossimo anno chiuderemo per cessata attività» ha commentato Marzio Favero, sindaco di Montebelluna e promotore della piattaforma, lanciando una frecciata: «Dieci miliardi di euro è quanto negli ultimi 3 anni i Comuni non hanno potuto spendere per colpa di vincoli o regole burocratiche complesse, lo stesso valore del reddito di cittadinanza. Lo Stato italiano deve valutare se vale la pena “strozzare” i Comuni in cambio di spesa assistenziale». Da Treviso a Casier, da Silea a Povegliano, i primi cittadini hanno riposto all’appello compatti, unendo Lega e Pd, centrosinistra, centrodestra e civiche. «Siamo drammaticamente sotto organico, dobbiamo trattenere le nostre risorse per garantire i servizi ai cittadini – spiega la presidente dell’associazione dei Comuni trevigiani Mariarosa Barazza -, deve valere il principio di responsabilità. Abbiamo già dato, i tagli hanno mandato i Comuni al collasso, chiediamo che sia rispettata la Costituzione».
Lo sblocco dell’avanzo di bilancio (per sentenza della Corte Costituzionale, che vale 90 milioni di euro nella Marca) e del bando periferie (per i soli capoluoghi, 14 milioni a Treviso), recenti e molto attesi, non possono bastare: «Quelli dell’avanzo sono già soldi dei cittadini – chiude Barazza – ora vogliamo l’autonomia fiscale».
La piattaforma ha dieci richieste, fra le quali le più urgenti sono l’attuazione del federalismo dei costi standard, l’autonomia nella leva fiscale, l’aggiornamento del catasto e la possibilità di fare nuove assunzioni: solo a Montebelluna mancano 50 dipendenti, ha sottolineato Favero. Altrimenti, sono pronti ad altre forme di protesta.