Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Finestre distrutte e raid nelle aziende «Paga o lo rifaccio»
Maser, preso l’incubo degli imprenditori
MASER I furti e, soprattutto, le finestre e le vetrate da infrangere. Erano questi gli obiettivi di un 29enne di Maser che, per mesi, ha perseguitato due aziende con tanto di richieste di denaro per far cessare i suoi blitz. Lo «spaccafinestre seriale» che è pure recidivo perché, dopo essere stato sorpreso durante uno dei suoi raid e posto agli arresti domiciliari, sarebbe tornato sul luogo del delitto, fracassando 21 vetrate del capannone di una delle due aziende. Per questo ora il 29enne è finito in una cella di Santa Bona.
Vittime delle sue incursioni, la Cetof, azienda che produce appendiabiti, e la Gialex che realizza camicie da donna, che si trovano entrambe in via Manin a Maser. Per quale motivo il 29enne abbia scelto proprio queste due aziende, non è chiaro. Quel che è certo è che ha cominciato a perseguitare i titolari a partire dallo scorso agosto. Si introduceva nei capannoni e razziava tutto quello che trovava. Alcuni computer e soprattutto molti contanti, trovati negli uffici, per un totale di 3 mila euro.
Ma oltre a rubare, l’uomo si dedicava con evidente passione anche al danneggiamento dei locali e in particolare delle vetrate e i parabrezza dei mezzi parcheggiati nello spiazzo di fronte alle ditte. L’uomo lasciava anche dei messaggi alle vittime, lettere scritte di suo pugno nelle quali intimava: «Se volete che i danneggiamenti finiscano, pagate 500 euro». A mettere fine ai raid una prima volta sono stati i carabinieri di Cornuda guidati dal maggiore Sabatino Piscitello che, dopo le denunce dei titolari avevano dato il via a una serie di appostamenti. Controlli che, la notte del 29 settembre scorso, hanno dato i frutti sperati, quando i militari sono riusciti a sorprenderlo in flagranza di reato e arrestarlo. Dopo la convalida, l’uomo è stato messo ai domiciliari e le vittime avevano tirato un sospiro di sollievo.
Purtroppo però, non era ancora finita. La notte del 10 ottobre, infatti, 21 finestre del capannone della Cetof sono state infrante. E i sospetti, manco a dirlo, sono subito caduti sul 29enne confermati dagli accertamenti svolti dai carabinieri. E’ così scattata una richiesta al pm Davide Romanelli, titolare dell’indagine sui furti, di modifica della misura cautelare visto che, gli arresti domiciliari non avevano fatto desistere il 29enne.
Richiesta accolta dal gip che è stata eseguita giovedì pomeriggio quando l’uomo è stato accompagnato in cella.