Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Marmolada, nasce il fronte leghista «Se va ai trentini sono solo danni»
Provincia autonoma al voto, il Carroccio spera in Fugatti per ribaltare la partita
BELLUNO «Noi tifiamo Fugatti». L’interesse della Lega bellunese per le elezioni provinciali di domani a Trento è forte. Maurizio Fugatti non è solo un collega del Carroccio ma è anche colui che potrebbe capovolgere le sorti della Marmolada dopo che l’Agenzia delle entrate, con provvedimento del 25 maggio scorso, ha stabilito che il ghiacciaio della perla delle Dolomiti, fino a poco prima bellunese, fa parte invece del Trentino.
La lite tra Rocca Pietore e Canazei, i due comuni di Belluno e Trento che si abbracciano sulla cima della Marmolada, prosegue da ormai 40 anni attraverso numerosi ricorsi al Tar del Lazio. Nel 2002 Giancarlo Galan e Lorenzo Dellai, presidenti rispettivamente della Regione Veneto e delle provincia di Trento, firmarono un protocollo d’intesa per «la salvaguardia della Marmolada nelle sue componenti storico-culturali, alpinistiche, ambientalistiche e sciistiche, per accrescerne la qualità e l’attrattività turistica». Progetto però sfumato 16 anni dopo. L’intendo della Lega ora è di creare un altro binomio vincente, questa volta ZaiaFugatti, per ristabilire l’ordine.
Il provvedimento dell’Agenzia delle entrate crea infatti dei paradossi. La funivia che porta sulla cima della Marmolada parte da Rocca Pietore, quindi Belluno, e arriva sul ghiacciaio che è trentino. Se dovessero nascere dei problemi l’Ufficio competente non sarebbe più a Venezia ma a Roma. Allo stesso modo le controversie tra le due Regioni sulla gestione dell’impianto verrebbero discusse al Tar del Lazio. Non solo. «La Marmolada rischia di non essere più patrimonio mondiale dell’umanità – spiega il sindaco di Rocca Pietore Andrea De Bernardin – È entrata nel 2009 per un soffio perché era già molto sfruttata. L’Unesco aveva messo un clausola: basta impianti o uscite. Canazei vuole la Marmolada solo per realizzarne uno». Ma anche nel caso in cui riuscisse a costruirlo gli sciatori non potrebbero che scendere, a causa dei cambiamenti subiti dalla montagna negli anni, sull’unica pista bellunese esistente che già adesso, nel periodo invernale, conta mille passaggi all’ora.
Infine ci sarebbero ricadute negative sull’economia della val Pettorina. «Il turismo è stabile – continua De Bernardin – le persone che vogliono salire sulla Marmolada non possono che parcheggiare a Rocca Pietore. Finita l’escursione visitano anche Sottoguda, i Serrai e il lago di Alleghe. Molti turisti arrivano dal Trentino». Chiaro, un impianto che partisse da Canazei porterebbe via turisti perché farebbe risparmiare tempo e, forse, denaro a quelli che abitano oltre confine. Per questi motivi la Lega invierà ai Comuni bellunesi un ordine del giorno per fare squadra e rivendicare i confini sulla Marmolada.