Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Ex popolari, nella liquidazione tutelata Intesa, non gli azionisti»
VENEZIA «Tra le strade possibili, è stata scelta quella di non pensare troppo alla tutela degli investitori». Il caso era complesso. Sta di fatto però che il testo del decreto legge che dispone la liquidazione di Bpvi e Veneto Banca avrebbe potuto essere differente. A spiegarlo a margine dell’incontro sulla trasparenza bancaria organizzato ieri dalla sezione di Venezia dell’Associazione giovani avvocati è stato Massimo Vaccari, il giudice del Tribunale di Verona che aveva firmato, lo scorso anno prima della liqudazione, la prima sentenza a favore di una risparmiatrice nel caso Bpvi. «Le cause avviate contro Veneto Banca e Bpvi sono state interrotte – ha detto Vaccari -. In più si è disciplinata la cessione di azienda a Intesa con un testo normativo che è finalizzato più che altro a tutelare il cessionario, ma che pregiudica i diritti degli investitori».
E nuovi casi simili a quelli vissuti in Veneto sulla compravendita di titoli? L’avvocato Marco Da Villa ha evidenziato la «zona grigia» esistente fra la limpidezza garantita da un’informativa esaustiva ma «che per un investitore medio può non essere chiara» e quella dettata da una condotta «diligente» così come definito dalla Consob, documento che secondo l’avvocato fornisce inoltre un nuovo strumento agli investitori con l’articolo 21 chiamando le banche a «comportarsi con diligenza, correttezza e trasparenza».