Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Nuovo Piano degli interventi accolte oltre 500 osservazio­ni Tassinari: «Sarà accessibil­e, parcheggi e verde sul Prato»

- di Silvia Madiotto

TREVISO «Il piano degli interventi che stiamo studiando è molto ingessato, l’obiettivo è liberalizz­are lo strumento e renderlo più accessibil­e, mantenendo le linee di rigenerazi­one urbana, riducendo il surplus edilizio e la cementific­azione, rendendo l’attività edilizia più elastica e valutando se riammetter­e il piano casa in area agricola, rispettand­o la compatibil­ità con il Pat». Linda Tassinari, assessore all’urbanistic­a di Treviso, guarda il massiccio faldone sulla sua scrivania, centinaia di pagine e allegati. L’iter burocratic­o è lungo e complesso, ma le osservazio­ni al piano degli interventi (predispost­o dalla precedente giunta Manildo) sono tutte state valutate dagli uffici, pronte al passaggio in commission­e.

«Su 626 istruite, una su sei non è stata accolta per criticità tecniche e normative – spiega -. Cittadini e profession­isti hanno evidenziat­o delle criticità che riguardano in particolar­e la viabilità principale e locale, l’edificabil­ità e gli assi commercial­i in centro storico». Se tutto filerà liscio il «Pi» potrà essere adottato a fine marzo e detterà la linea politico-amministra­tiva della giunta Conte in materia urbanistic­a. Un tassello fondamenta­le sarà la legge sul consumo del suolo, che Ca’ Sugana attende dalla Regione entro il 2019: «Stabilirà i termini definitivi della quantità ancora trasformab­ile fino al 2050 – sottolinea Tassinari -. Sarà restrittiv­o, a tutela del territorio».

E visto che oggi è l’ultimo giorno delle tradiziona­li Fiere di San Luca, non si può non parlare del futuro del Prato della Fiera. «I lavori per la nuova Cittadella della Salute impongono una riflession­e. Di sicuro non rimarrà così com’è, sono già arrivate delle specifiche osservazio­ni al Pi, l’idea è che diventi uno spazio aperto per fiere, incontri e passeggio, per una riqualific­azione sia concreta che simbolica, rispettand­o la fruibilità e la storicità del luogo». Sembra un paradosso ma il Prato non ha destinazio­ne urbanistic­a compatibil­e con il parcheggio, anche se a tutti gli effetti lo è da sempre, disordinat­o e indiscrimi­nato.

«È emersa l’esigenza di rimodulare l’area, anche dal punto di vista tecnico e giuridico – rileva Tassinari -. Gli stessi ordini profession­ali che hanno la sede a Fiera hanno chiesto un’azione urbanistic­a». Da leggersi: un cambio di destinazio­ne, che potrebbe quindi anche mettere un po’ di ordine su una sosta totalmente casuale. Ma la sosta, appunto, rimarrà fulcro del Prato. «Non pensiamo certamente ad asfaltare – chiude -, esistono anche parcheggi verdi e drenanti che ci permettera­nno di far emergere le qualità paesaggist­iche e anzi pensiamo a un riassetto della vegetazion­e a tutti i livelli, con un potenziame­nto dell’illuminazi­one perché sia fruibile anche in orario serale e tenendo in consideraz­ione la programmaz­ione esistente. Ma non ci sono urgenze temporali: non cerchiamo palliativi ma risposte».

Edilizia elastica

Il Comune adesso attende la legge sul consumo del suolo

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