Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Maltempo, scuole chiuse a Belluno Zaia convoca l’Unità di crisi
Pioggia record da domani. È massima allerta in quattro province
VENEZIA Scuole chiuse, unità di crisi (convocata oggi alle 10) e massima allerta su quattro province. La Regione mette in moto la macchina della protezione civile in vista della fase di maltempo. Frane sorvegliate speciali.
VENEZIA Quando in pianura non era ancora scesa nemmeno una goccia d’acqua, è stata presa la decisione: scuole chiuse, almeno lunedì, nella provincia più a rischio, quella di Belluno. Il governatore Luca Zaia ha istituito un’Unità di crisi, coordinata dall’assessore Gianpaolo Bottacin: sarà convocata per stamattina alle 10 nella sede della Protezione Civile di Marghera. Ne fanno parte tutti gli enti e le strutture coinvolti in caso di allarme maltempo: prefetti, vigili del fuoco, Anci, Upi (Comuni e Province), Consorzi di Bonifica, Anas, Veneto Strade, Enel, Terna, il Centro regionale Urgenza Emergenza della sanità. Segnali del fatto che la Regione prende molto seriamente il peggioramento annunciato ormai da tempo, che raggiungerà l’acme nella giornata di domani e nelle prime ore di martedì. «Le previsioni indicano la possibilità di forti accumuli d’acqua a terra, anche superiori a 300 millimetri per metro quadro, soprattutto lunedì — annuncia Bottacin —. È già attiva la Sala operativa centrale della Protezione Civile e sono pre-allertate tutte le strutture sul territorio. In caso di necessità, bisogna intervenire con immediatezza ed efficienza e ci siamo attrezzati per farlo».
Per ora si parla di prevenzione, tanto allarme appare però giustificato dalle previsioni che hanno corretto verso l’alto i quantitativi di pioggia previsti in montagna e prolungato la durata della fase di maltempo. Un altro indizio arriva dal bollettino del centro funzionale decentrato della Protezione civile, che ha innalzato a rossa tutti i livelli di allerta in tre bacini idrografici: Alto Piave, Piave Pedemontano e Alto Brenta - Bacchiglione - Alpone. Ciò significa che si teme non solo per il pericolo geologico e per la rete idrica secondaria (i torrenti), ma anche per i fiumi principali. Coinvolte quattro province: oltre a Belluno, la parte pedemontana del Trevigiano, l’Alto Vicentino e il lembo più occidentale della provincia di Verona.
Convocati al tavolo di crisi di stamattina anche i direttori generali delle Usl di Treviso, Francesco Benazzi, e di Vicenza, Giovanni Pavesi, che stanno predisponendo i piani di intervento per la tutela dei rispettivi ospedali. La zona più a rischio è quella berica. «Abbiamo predisposto tre linee di intervento — spiega Pavesi — la prima riguarda l’attivazione di vasche con pompe di sollevamento predisposte a eliminare l’acqua che dovesse entrare in ospedale. La seconda consiste nella dotazione di sacchetti di sabbia da posizionare eventualmente nei punti di infiltrazione della pioggia, per fare barriera, e la terza si articola nella presenza h24, in caso di bisogno, di una squadra di elettricisti, a salvaguardia del mantenimento dell’alimentazione elettrica. Garantita anche dai gruppi di generatori di emergenza».
Per il Bellunese, la sala operativa per le emergenze è stata allestita, a partire dalle 17 di ieri all’eliporto del capoluogo. Tra i primi Comuni ad attivarsi c’è Borca di Cadore: ha potenziato il monitoraggio della frana della Cancìa, che otto anni fa causò due vittime. Ed è proprio alle montagne che si guarda, in particolare nella zona interessata dall’incendio di mercoledì, dove ci sono dieci chilometri quadrati di terra bruciata e senza più alberi. Nel Vicentino riflettori puntati su Recoaro, dove la Protezione civile ha rafforzato il controllo sul Rotolon, montagna parzialmente franata nel 2010. Preoccupano meno, per il momento i corsi d’acqua, il cui livello è molto basso a causa della prolungata siccità. Lo stesso scirocco che porterà forte piogge sui rilievi in laguna farà ritornare l’acqua alta: il centro maree prevede un picco di 115 centimetri.
Per il momento le previsioni sono state azzeccate. Alle 20 di ieri le località più piovose risultavano essere Longarone (alla stazione meteo di Soffranco raggiunti i 113 millimetri dalla mezzanotte), seguita da Recoaro (68 millimetri in località La Guardia). Precipitazioni intense pure a Taibon Agordino: sono caduti 61,6 millimetri alla stazione meteo di Col di Prà.
Nel Veneto pianeggiante per il momento solo pioggia leggera. Ma oggi la situazione cambierà.
Gianpaolo Bottacin Si prevede un accumulo superiore ai
300 millimetri per metro quadro
Giovanni Pavesi Pronto un piano a tutela dell’ospedale di Vicenza Vasche di sollevamento ed elettricisti h24