Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Dopo il rogo il nubifragio
La pioggia che oggi raggiungerà il picco aumenta il rischio di frane Cenere a Taibon, acqua non potabile. Allarme in tutta la provincia
BELLUNO Incendio spento, ma è in arrivo una bomba d’acqua senza precedenti su tutta la provincia con picchi anche di 400 millimetri di precipitazioni. Tra oggi e domani il rischio di allagamenti, esondazioni e frane è alto e la Prefettura ha chiesto ai sindaci di rimandare le manifestazioni previste in questi giorni e di limitare gli spostamenti sul territorio. E domani tutte le scuole chiuse.
La situazione è paradossale: la pioggia era stata chiesta da tutti ancora mercoledì dopo il rogo gigantesco divampato nella Valle di San Lucano quando un albero, ma si tratta di ipotesi, era caduto sopra un dell’alta tensione creando un corto circuito. Il vento caldo e secco, il Föhn, che soffiava in quei giorni aveva poi trasportato le fiamme ovunque espandendo l’incendio per 700 ettari di bosco.
Protezione civile, servizi forestali regionali, vigili del fuoco e carabinieri forestali si erano messi al lavoro subito. Gli aerei Canadair, ben nove quelli operativi in provincia, sono stati rimandati a casa perché ieri ha cominciato a piovere. Dopo il vento a 120 chilometri orari e il fuoco, il nuovo pericolo ora è la pioggia e tutto ciò che ne consegue, frane in primis.
«La cenere fa da impermeale bile — spiega il sindaco Silvia Tormen — e il terreno non assorbe l’acqua. L’equilibrio si è rotto ed è cambiato tutto. Ogni tre ore valutiamo il comportamento della terra bruciata con la pioggia. La zona critica potrebbe essere sotto la valle, ma c’è solo una strada ed è stata chiusa».
Divieto di utilizzare l’acqua a scopo alimentare a Taibon per la possibile presenza di cenere. Verso le 19 di ieri attivata una sala operativa presso l’eli-nucleo dei carabinieri a Belluno per monitorare l’intera provincia. Rinforzati i turni della polizia stradale.