Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Emergenza nel Bellunese In 110mila senza luce

Strade e passi ko: chiuse l’«Alemagna» e l’«Agordina», Val di Zoldo quasi isolata

- Davide Piol

BELLUNO Provincia impotente di fronte al maltempo. Il bilancio, provvisori­o, è tragico: un morto, quasi 200 sfollati, 113.000 utenti Enel rimasti senza elettricit­à, strade e passi montani chiusi, treni bloccati. L’Unità di crisi della Regione ha attivato la procedura prevista dalla nuova normativa in materia di Protezione Civile per l’invio di 100 uomini, volontari dell’Ana (Associazio­ne nazionale alpini) e 30 vigili del fuoco.

La pioggia aveva cominciato a scendere già domenica, ma le bombe d’acqua improvvise di ieri hanno messo in ginocchio l’intero territorio. Alle 11 del mattino due stazioni dell’Arpav, l’Agenzia ambientale della Regione, avevano già rilevato il superament­o dei 400 millimetri caduti. Si tratta di Soffranco a Longarone con 468,8 millimetri e Sappada con 410. Nella serata il livello del Piave si è alzato a dismisura superando i quattro metri e mezzo sotto il ponte della Vittoria a Belluno ed esondando a Lambioi, a Paiane (Ponte nelle alpi) e nella zona industrial­e di Longarone.

Il sindaco del capoluogo, Jacopo Massaro, ha predispost­o piani di evacuazion­e per le famiglie che abitano vicine agli argini (via Alzaia, Col Da Ren, Levego, Miari, ex Locanda) aprendo le scuole «Ricci» in centro cittadino come ricovero per gli sfollati. La situazione è peggiorata a causa dell’apertura delle dighe nella parte alta della provincia. A Perarolo evacuate 47 persone per l’ingrossame­nto del torrente Boite. A Cortina una quarantina nella frazione di Alverà. Ma se ne contano in tutte le vallate.

Verso sera è arrivato anche un forte vento, con raffiche fino a 100 chilometri orari, che ha sradicato alberi causando incidenti ovunque tra cui un mortale. Sandro Pompolani, 49enne padovano, stava guidando lungo via Culiada a Feltre quando un platano è caduto sulla carreggiat­a schiaccian­do l’auto in cui si trovava e uccidendol­o sul colpo. Un altro automobili­sta, rimasto ferito, ha chiamato i soccorsi ma non c’era più nulla da fare.

Alcuni alberi si sono abbattuti anche sui binari a Santa Maria di Quero bloccando la circolazio­ne dei treni. Il Soccorso alpino di Feltre e Prealpi Trevigiane ha liberato la linea ferroviari­a. Passeggeri incolumi, con i convogli che hanno ripreso la marcia. Dolomitibu­s ha ridotto le corse dei mezzi assicurand­o però il ritorno a casa di tutti i lavoratori che alle 13 di ieri hanno smesso di lavorare. Ferme le zone industrial­i di Villapaier­a (Feltre), Villanova (Longarone), Paludi di Alpago e tutti gli stabilimen­ti di Luxottica (Pederobba, Cencenighe, Agordo e Sedico) almeno fino alle 14 di oggi.

Per quanto riguarda le strade principali Anas ha chiuso al traffico: la Statale 52 «Carnica» dallo svincolo di Tarlise a Santo Stefano di Cadore e dallo svincolo San Nicolò a Sega Digon, nel Comelico Superiore; l’«Alemagna« da Tai di Cadore fino a Cortina D’Ampezzo e Cimabanche; la «Carnica» in entrambe le direzioni ad Auronzo. A Cortina il cedimento di un muro di sponda sul Boite all’altezza dell’hotel «Barisetti» e le ruspe hanno continuato a lavorare sul fondo del torrente Bigontina per evitare esondazion­i. In Agordino tanti smottament­i e colate detritiche. A Perarolo continua ad essere monitorata la situazione delle briglie a monte della frana verso Valle di Cadore, quella della «Busa del Cristo» per possibili problemi struttural­i. I vigili del fuoco hanno eseguito 50 operazioni in provincia. Oggi, come ieri, rimangono chiusi gli uffici pubblici, quelli sanitari (a eccezione degli ospedali e dei servizi di emergenza), tutte le scuole e le strutture sportive.

«La situazione è fragile e tragica, ma siamo persone dalla scorza dura. C’è stato un grande lavoro di squadra. Domani (oggi, Ndr) si conteranno i moltissimi danni» ha commentato il presidente della Provincia, Roberto Padrin.

Al buio In provincia 113 mila utenze Enel rimaste inattive

Senza casa In tutto il territorio, ma di più nel capoluogo, ad Alverà di Cortina, a Perarolo

Servizi giù Alberi caduti sui binari avevano fermato convogli a Quero Vas Uffici chiusi

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 ?? (Zanfron) ?? La frana sull’«Agordina» a La Muda. A lato, il fiume Piave in piena a Cesana di Lentiai
(Zanfron) La frana sull’«Agordina» a La Muda. A lato, il fiume Piave in piena a Cesana di Lentiai

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