Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

La Basilica si allaga e il Patriarca affida la città alla Madonna Nicopeia

- Elisa Lorenzini

VENEZIA Ha invaso il pavimento in pietra piano piano senza mai scendere. L’acqua ieri è entrata anche nella Basilica di San Marco, evento rarissimo visto che la basilica è rialzata da alcuni gradini. L’ultima volta era accaduto con la marea eccezional­e del 2008.

Si sono bagnati il battistero e seppur di poco la zona dell’altare della Madonna Nicopeia. Ci sono state infiltrazi­oni lievi anche nella cripta protetta da una vasca stagna. «Per vedere se ci sono stati danni bisognerà attendere che l’acqua scenda – ha spiegato il delegato alla Basilica monsignor Antonio Senno – sedie e panche sono state rialzate per evitare che l’acqua rovinasse il legno. La basilica è rimasta aperta fino alle 14 quando sono state tolte le passerelle di accesso».

Il Patriarca Francesco Moraglia dalla Basilica ha monitorato il livello dell’acqua in continua crescita. Ormai il livello era a 150 centimetri così Moraglia ha affidato alla madonna Nicopeia e all’intercessi­one di San Marco Venezia, il Veneto e l’intero Nord Est affinché il maltempo non danneggi cose e soprattutt­o persone.

È stato sommerso anche il nartece della Basilica: va sott’acqua con 90 centimetri dopo i lavori di messa all’asciutto (prima veniva sommerso a 60 centimetri) e anche in questo caso, spiega il procurator­e di San Marco Carlo Alberto Tesserin, per la conta di eventuali danni si dovrà attendere il ritiro dell’acqua. Nemmeno i lavori che chiuderann­o ad anello la piazza tra rive rialzate, collettore e pompe in questo caso avrebbero potuto fermare la marea: «La piazza con i nuovi interventi potrà restare all’asciutto oltre i 110 centimetri, per livelli più impegnativ­i l’unica via è il Mose» conclude Tesserin. Sono rimasti chiusi per tutta la giornata i Musei civici. A Palazzo Mocenigo per precauzion­e sono stati sollevati libri e gadget del bookshop a piano terra. «La situazione è sotto controllo, certo siamo in codice rosso ma il patrimonio è in sicurezza – dice la direttrice dei Musuei civici Gabriella Belli - I musei dispongono di sistemi di pompe per aspirare l ‘acqua e le opere sono messe ad altezze di sicurezza». Alla Fenice per precauzion­e in mattinata è stato portato al piano rialzato del materiale d’archivio sistemato nei magazzini: libretti e riviste. Anche la Biblioteca Marciana è rimasta chiusa: i dipendenti di mattina hanno alzato i materiali librario e gli apparecchi elettrici della sala

lettura. Per la prima volta dal restauro del 2013 è entrata acqua nell’antica farmacia di San Fantin. Ad annunciarl­o è stato dai social il proprietar­io Marco Vidal preoccupat­o perché l’acqua ha bagnato i preziosi rivestimen­ti in legno. Nessun problema invece per il museo di Punta della Dogana: è rialzato e l’acqua non è entrata. Alle 14 invece è stato chiuso Palazzo Grassi: l’acqua ha iniziato a entrare a piano terra. La collezione Pinault resterà chiusa anche oggi perché cade la giornata di chiusura. Insomma dopo la grande alluvione del 1966 quando sono stati inzuppati d’acqua libri e opere antiche, la città ha imparato la lezione e l’attenzione alla protezione del patrimonio artistico è alta.

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