Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il racconto Il fango le ritorna in casa sfollata per la quinta volta

- D. P.

LA VALLE AGORDINA «Cosa facciamo? Aspettiamo solo che finisca l’incubo». Anuska ha 73 anni e la voca stanca. Insieme ad altre quattro persone è ospite all’hotel Erice (Agordo) perché la sua casa, in località La Muda, si è riempita di fango e terra. «Ci hanno fatto uscire in fretta e furia domenica pomeriggio quando si è scatenato il finimondo — racconta la donna — Resteremo qui almeno fino a domani (oggi, ndr). La mia casa è proprio sotto la frana nella val Storta che si è formata dopo l’incendio del 2011». Sembra un déjà-vu ma non è così. Il 10 maggio di sette anni fa un albero colpì un traliccio facendo divampare le fiamme. Stessa dinamica dell’incendio della scorsa settimana nella valle di San Lucano dove sono stati bruciati 700 ettari di bosco.

«Sono rimasta senza casa per cinque volte — continua, e intanto sospira — siamo sfortunati qui. Ma la sfortuna non arriva mai dal cielo. I problemi nascono quando ci mette mano l’uomo. È la terza volta che il terreno frana e non hanno mai fatto niente per sistemarlo. Dicono che c’è il progetto ma che mancano i soldi. In Italia evidenteme­nte funziona così. Ora ne parlano tutti, tra una settimana cadrà nel dimenticat­oio».

Gli abitanti di La Muda, piccola frazione nel comune

de La Valle Agordina, si contano su due mani. Secondo Anuska se le cose continuera­nno in questo modo non rimarrà più nessuno.

«Io sono la più anziana — spiega — ed è sempre più difficile. Spero si risolva presto. È la nostra casa. Ci sono situazioni peggiori nel mondo e bisogna andare avanti ma la casa è un luogo che ti dà sicurezza e ti protegge. Se ti viene a mancare è un dolore. Ringrazio i ragazzi della Protezione civile che hanno lavorato tutto il giorno sotto la pioggia e il freddo». E proprio a loro, ieri, Anuska ha portato una torta.

Anuska Sono sotto la frana Il tempo si sopporta, ma è colpa dell’uomo

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