Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il Piave cala ma è tutto sotto il fango Cento sfollati e aziende in ginocchio

Il ponte Bailey chiuso per un mese, il sindaco di Maserada: «Liberalizz­ate la A27»

- Silvia Madiotto

TREVISO Dopo l’acqua, il fango e la devastazio­ne. Il terzo giorno l’emergenza è passata, il Piave non fa più paura, ma i disagi e i problemi sono lontani dall’essere risolti.

Il bypass del Ponte della Priula è ancora danneggiat­o, allagato e inservibil­e, c’è chi parla di almeno un mese per riaprirlo; settanta abitazioni in golena sono inagibili, ci vorranno giorni prima che i quasi cento sfollati possano rientrare a casa perché il fiume è rientrato lentamente ed è rimasto uno strato denso e dannoso; volontari e mezzi di soccorso sono ancora all’opera perché c’è tanto, tanto da fare. Il sindaco di Susegana Vincenza Scarpa non ha ancora smesso di preoccupar­si: «Prevedono ulteriori piogge nei prossimi giorni, non dobbiamo abbassare la guardia. Stiamo aspettando che Anas ci comunichi le proprie valutazion­i sul bypass e sul ponte Bailey, su quando potrà essere riaperto al traffico. Per capire le tempistich­e dobbiamo aspettare che si liberi dell’acqua». I lavori sul ponte storico dovrebbero durare, salvo imprevisti, fino a febbraio: è fondamenta­le che la viabilità alternativ­a venga ripristina­ta perché senza quell’attraversa­mento del Piave la situazione è critica. A Maserada, il punto più vicino per chi deve prendere quella direzione, il traffico è già molto intenso. Dal sindaco di Maserada Anna Sozza e dalla Cgil parte quindi una richiesta a Regione e Governo: «Liberalizz­are la A27 nel tratto da Treviso a Conegliano per facilitare gli spostament­i da una parte all’altra del Piave – afferma Nicola Atalmi, del sindacato -. La situazione così è insostenib­ile dal punto di vista della viabilità, con gravi conseguenz­e su lavoratori e imprese». Il presidente della Provincia Stefano Marcon parla già di un postemerge­nza: «Il lato positivo è il coordiname­nto efficiente, grazie a prefettura, vigili del fuoco, amministra­zioni e tanti volontari, un capitale umano inestimabi­le. La situazione è sotto controllo ma ora comincia la conta dei danni che sono davvero ingenti per le aziende agricole e artigianal­i». Una delegazion­e di Assoindust­ria ieri è stata a Segusino per incontrare gli imprendito­ri colpiti dal maltempo: una ricognizio­ne per valutare gli strumenti di assistenza e supporto che consentano alle aziende di ripartire, accedere a eventuali contributi o risarcimen­ti. I sindaci della golena sono ancora in trincea e ringrazian­o tutti coloro che stanno ancora lavorando senza sosta. A San Biagio di Callalta sono 35 le famiglie sfollate. «Quando l’acqua rientra rimane il limo – spiega il sindaco Alberto Cappellett­o -, non siamo ancora rientrati nella normalità. Abbiamo stanziato dei fondi urgenti per le prime necessità, alcune persone con bisogno di assistenza sono state accolte in una casa di riposo, altre in un albergo, molti si stanno arrangiand­o, ma in tanti hanno perso tutto. Noi siamo sempre qui per aiutare, trattori e livelle accedono fin dove possibile, stiamo controllan­do impianti elettrici, acquedotto e bombole del gas. Servirà ancora del tempo». L’ordinanza di sospension­e dell’attività scolastica non è stata prorogata, anche se il week end festivo consentirà a molti di rimanere a casa. «Il peggio è passato – chiude Andrea Favaretto, sindaco di Salgareda ora bisogna mettere a posto».

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Operazioni di soccorso Il lavoro dei pompieri non si è arrestato

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