Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Confessa l’omicidio del padre, ma è falso Rischia il processo per autocalunnia
ODERZO Non uccise il padre e per questo non sarà processato per omicidio ma potrebbe dover rispondere di autocalunnia. Accuse che Carlo Frisiero, 44enne psicologo e giramondo, ha attirato su di sé quando, un anno fa, si è costituito ai carabinieri di Bologna e in stato confusionale ha dichiarato: «Ho ucciso mio padre. Gli ho fatto ingoiare un boccone fino a farlo soffocare». Nino Frisiero, 77 anni, era morto un anno prima a Oderzo per cause naturali.
Ma quelle dichiarazioni avevano fatto finire in carcere il figlio, portando all’apertura di un fascicolo per omicidio. Anche se il 44enne era in forte stato confusionale, quel che ha detto non è stato sottovalutato. E l’uomo ha rischiato davvero di dover rispondere dell’accusa di aver ucciso il padre perché per accertare le reali cause della morte del
77enne sarebbe servita un’autopsia, impossibile però visto che il suo corpo era stato cremato.
A scagionarlo era però intervenuto un testimone chiave, un parente che aveva raccontato prima ai carabinieri e poi al magistrato Francesca Torri: «Carlo non ha fatto niente a suo padre, io ero presente. Nino ha avuto un malore. Abbiamo chiamato i soccorsi che hanno provato a rianimarlo ma non c’è stato nulla da fare». A farlo confessare un delitto che non aveva commesso, il dolore e la solitudine. Subito la procura di Treviso ne aveva chiesto la scarcerazione e l’indagine è stata avviata all’archiviazione. Ma la legge è chiara, e Carlo Frisiero seppure in un momento di debolezza personale ha commesso il reato di autocalunnia, punito con una pena fino a 3 anni. Per questo il pubblico ministero Francesca Torri ha inviato gli atti alla procura di Bologna, competente territorialmente, che ha aperto un fascicolo.