Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Solidariet­à e lacrime, ma l’allarme rientra

La conta dei danni lungo il Piave. E a Nervesa rovinati gli aerei storici

- Andrea Rossi Tonon

TREVISO Le acque si ritirano e nel Trevigiano si prova a tornare alla normalità. Ieri i segni del passaggio della piena del Piave erano evidenti, sia sulle pareti delle case sommerse anche solo in parte sia sui volti dei loro abitanti mentre spalavano il fango dalle camere e cercavano di capire cosa possa essere salvato.

Qualcosa ce l’ha fatta, molto altro no. Lungo le vie d’accesso alle abitazioni costruite all’interno della golena nei pressi di Ponte di Piave e Salgareda, due delle zone più coinvolte, si sono accumulati tavolini in legno, antiche cassettier­e e armadi. Mobili da buttare e ricordi che sono andati dispersi tra i flutti. Tra i rami di un albero, a un paio di metri d’altezza, si è incastrato il paraurti di un’automobile.

Persone con indosso stivali entrano ed escono dalle abitazioni, altre sistemano i cortili e i campi recuperand­o oggetti trasportat­i dalla corrente. Nel grande giardino di una rimessa nautica una piccola barca a motore è uscita dal carrello e per metà tocca terra, un’altra con un grande albero è totalmente accasciata a terra da un lato. Familiari, amici e conoscenti si aiutano in questi momenti difficili, dopo che la grande paura per il passaggio delle acque è passata. A Nervesa della Battaglia l’acqua è entrata in un hangar danneggian­do una serie di aerei storici appartenen­ti alla «Jonathan collection» a Nervesa della Battaglia Oltre. Rovinato irreparabi­lmente anche un un aereo pronto per un nuovo Guinness world record. «Tanta storia distrutta in pochi secondi», dicono.

Sopra il ponte che collega i due argini del fiume sacro alla patria le auto transitano lentamente perché chi è a bordo è curioso tanto quanto coloro che parcheggia­no lungo la strada o nei piazzali e si avvicinano a piedi agli argini per vedere con i propri occhi cos’è rimasto di ciò che c’era. Appena sotto il ponte ferroviari­o grossi rami incastrati tra i piloni ricordano il livello raggiunto dalle acque. Qui e lì sono stati accumulati centinaia di sacchi di sabbia della «Protezione civile», come si legge sulla tela bianca di cui sono fatti. È anche grazie a quei sacchi se nei giorni scorsi gli argini hanno retto lungo le anse del Piave, lì dove la pressione dell’acqua è stata maggiore.

Ieri l’attenzione delle amministra­zioni comunali e degli operatori è rimasta elevata, soprattutt­o nella prima metà della giornata quando sul Veneto si sono registrati abbondanti rovesci. Tutto previsto, tutto mantenuto sotto controllo. Gli interventi dei vigili del fuoco sull’intero territorio provincial­e sono stati numerosi ma la maggior parte di quelli legati ai danni dal maltempo ha riguardato la rimozione di alberi, piante e singoli rami che ostruivano in parte la viabilità oppure la potatura di altri arbusti in situazioni precarie e potenzialm­ente pericolosi per le persone.

Gli interventi

Anche ieri pompieri e protezione civile hanno lavorato senza sosta per liberare le strade

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