Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Ascopiave, dodici offerte per le alleanze sue reti e vendita Holding, Madia accusa: «Il governo tenta il tutto per tutto»
TREVISO Questione di due settimane, al massimo tre, e Ascopiave avrà un’idea chiara sul partner al quale legarsi. E attraverso quale forma, per dare corpo a quel «percorso teso a valorizzare le proprie attività nella vendita del gas e a rafforzare la propria presenza in quello della distribuzione» messo nero su bianco in una nota ufficiale dal consiglio di amministrazione, il 15 ottobre. Le «partnership strategiche» la cui ricerca è stata affidata a consulenti finanziari e legali si giocano su una dozzina al massimo di soggetti, di cui sette nel ramo vendita e quattro-cinque nella distribuzione anche se, secondo quanto si è appreso, esistono player che incarnano in sé entrambi gli asset.
I candidati sarebbero tutti italiani, e in buona parte locali, anche se, sostengono ai vertici, la questione territoriale non sarà quella decisiva ai fini della scelta finale. Il grande polo veneto delle multiutility, in sostanza, è un obiettivo affascinante ma non necessariamente il primo amore. Ciò che Ascopiave cerca con la massima chiarezza è l’estensione delle reti. Vi fosse un interlocutore ideale in grado di mettere sul piatto soltanto reti e neanche un euro sarebbe il massimo. Una plusvalenza in denaro, viene del resto sottolineato, sarebbe interamente utilizzata per acquistare nuove infrastrutture di distribuzione.
Il dato di fatto è che la quotata di Pieve di Soligo sta cercando dialoghi «a tappeto» con chiunque. E tutto questo, benché venga assicurato che il piano industriale concepito dal Cda sia del tutto indipendente dalle dinamiche che agitano la base sociale di Asco Holding, mentre nella legge di Bilancio è stata introdotta una proposta di modifica della legge Madia. Cioè quella in base alla quale gli enti pubblici titolari di partecipazioni in aziende irrilevanti ai fini della loro mission, o senza dipendenti o in evidente sofferenza economica, entro il 31 dicembre di quest’anno dovrebbero aver dismesso ogni loro quota e che da mesi impegna la Holding in una ricerca di soluzioni per aggirare tale obbligo.
«È evidente – ha osservato la stessa Madia - che la maggioranza che sostiene il governo sta cercando di fare il possibile per evitare la sparizione di circa il 30% delle società non strategiche partecipate da amministrazioni pubbliche. L’aspetto fastidioso – conclude l’ex ministro - è che quando, dopo un iter lungo e faticoso, noi approvammo la legge di riforma gli stessi partiti che ora siedono in maggioranza ci accusarono di essere stati troppo timidi».
61 La percentuale con cui Asco Holding controlla Ascopiave