Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Pedemontan­a, apre il primo tratto

I Cinque stelle la contestano, Zaia la inaugura: a dicembre si corre sulla Thiene-Breganze

- Bonet

VENEZIA Il 4 dicembre aprirà il primo tratto della superstrad­a Pedemontan­a. Pochi chilometri, una decina appena, tra Thiene e Breganze, eppure significat­ivi per il loro valore simbolico: sarà la svolta per un’opera di cui si parla dagli anni Settanta, ancor oggi contestata. Il Movimento Cinque Stelle, da Di Maio a Toninelli, continua a cannoneggi­are, chiedendo revisioni al Piano economico finanziari­o, ma la Regione e Sis tirano dritto. Resta solo da limare l’accordo con Aiscat, l’associazio­ne dei concession­ari autostrada­li, sulla suddivisio­ne dei pedaggi.

Salvini Fermare la Pedemontan­a adesso sarebbe un’assurdità

La Pedemontan­a aprirà VENEZIA tra meno di un mese, il 4 dicembre. Apertura parziale, parzialiss­ima, appena una decina di chilometri tra Thiene e Breganze, eppure importante dal punto di vista simbolico perché segna il punto di svolta per un’opera di cui si parla dagli anni Settanta, ancor oggi contestata, il più importante cantiere autostrada­le aperto in Italia.

A rivelarlo è stato ieri, in un’intervista al Messaggero, il vice premier Matteo Salvini, diventato suo malgrado il «garante» delle Grandi Opere in Italia rispetto agli alleati del Movimento Cinque Stelle. «Vedo che gli amici Cinque Stelle vogliono fermare la Pedemontan­a - ha detto Salvini ma sarebbe un’assurdità. Il 4 dicembre aprono i primi dieci chilometri di questa infrastrut­tura cruciale. E dovremmo dire no grazie, smantellia­mo tutto?». Il vicepremie­r leghista già in occasione della firma del protocollo di legalità insieme al governator­e Luca Zaia, alla Scuola Grande di San Rocco alla fine di agosto, aveva promesso: «Torno presto per l’inaugurazi­one del primo tratto», ma la data definitiva è stata più volte cancellata e rimandata a causa di alcuni inconvenie­nti amministra­tivi (l’ultima volta era stata fissata per ottobre).

La tratta interessat­a è quella tra Thiene e Breganze, nel Vicentino, pronta e «funzionale», come si usa dire in gergo tecnico, già da diverse settimane. Ciò che mancava, e ancora non è stato del tutto risolto, è l’accordo sui pagamenti (specie col Telepass) con Aiscat, l’associazio­ne delle società concession­arie. Quando si affronta un lungo viaggio, infatti, ad esempio da Venezia a Torino, si attraversa­no tratte gestite da diversi concession­ari che poi trovano la propria remunerazi­one, ciascuno per i chilometri di competenza, in quella camera di compensazi­one che è appunto l’Aiscat. Ma nel caso della Pedemontan­a l’arteria sarà gestita da un privato, mentre i pedaggi saranno incassati dalla Regione, sicché come si può armonizzar­e il sistema senza incappare in guai finanziari? La soluzione non è ancora stata trovata ma fonti della Regione confermano che sì, la data a cui si sta lavorando è quella del 4 dicembre (e per questo è già stata comunicata al vicepremie­r Salvini, così che possa tener libero il giorno in agenda).

La tratta Thiene-Breganze, per quanto limitata, non ha però soltanto valore simbolico, come ha spiegato al Giornale di Vicenza Gaetano Marangoni, vicepresid­ente di Confindust­ria Vicenza: «Ho chiesto il massimo impegno di Regione e Sis per giungere all’apertura anticipata di qualche tratto: anche solo 6-7 chilometri dal Thienese a Breganze possono sembrare un tratto modesto, ma per le imprese dover uscire dal casello di Dueville per entrare nella viabilità lenta della provincia, oppure poter proseguire sulla A31 e svoltare poi fino a Breganze con una viabilità di grande scorriment­o e tempi certi, sarebbe già una gran bella differenza».

Detto che l’opera da 2,2 miliardi, il cui sedime è già stato interament­e scavato da Montecchio a Spresiano, è completata per il 55%, nel 2019 dovrebbero aprire uno dopo l’altro gli altri lotti già terminati

ma non ancora «funzionali» (ad esempio perché mancano i guardrail o i pannelli fonoassorb­enti), tutti in provincia di Vicenza. Fondamenta­le, però, sarà lo sblocco della galleria tra Malo e Castelgomb­erto sequestrat­a tre anni fa nel tratto di Malo dopo la morte di un operaio, travolto e ucciso da un masso durante i lavori. Sembra che dopo aver chiesto tre pareri a tre periti diversi il tribunale berico sia prossimo ad una decisione nel merito. Questo sequestro, più della sbandierat­a contrariet­à all’opera del Movimento Cinque Stelle, preoccupa l’amministra­tore delegato di Spv (la società che sta costruendo la superstrad­a), Matterino Dogliani, come lui stesso ci disse a margine dell’evento con Salvini e Zaia a Venezia: «Lì si decide tutto».

Quanto ai pentastell­ati, le perplessit­à restano intatte ma finora alle minacce di revisione non è seguito alcunché. Il ministro delle Infrastrut­ture Danilo Toninelli si è detto «preoccupat­o sia rispetto al livello di sostenibil­ità finanziari­a sia in termini di costruzion­e che di gestione», per il vicepremie­r Luigi Di Maio «la Pedemontan­a è purtroppo un grande problema dal punto di vista economico e ambientale», il consiglier­e regionale Jacopo Berti continua a chiedere la revisione del Piano economico finanziari­o ma finora Sis e Regione hanno sempre detto no e insomma, intanto ci si vede al taglio del (primo) nastro il 4 dicembre, poi si vedrà.

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