Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Superflua l’analisi costi-benefici È un balletto e i tecnici si prestano»

- Alessandro Zuin

VENEZIA «Il premier Conte dice che sta studiando il dossier... Ma cosa devono studiare ancora sulla Tav?».

A Paolo Costa, ex presidente dell’Autorità portuale di Venezia ma anche e soprattutt­o numero uno della Commission­e trasporti del Parlamento di Bruxelles all’epoca delle scelte strategich­e sulle grandi reti trans-europee di collegamen­to, verrebbe quasi da sorridere davanti alle capriole dei governanti nazionali sull’Alta velocità ferroviari­a. Se non fosse, piuttosto, da indignarsi. «Perché l’analisi costi/benefici, che l’esecutivo afferma di attendere prima di prendere qualsiasi decisione sottolinea Costa -, darà risultati del tutto superflui. Mi spiego: l’analisi può servire a decidere come fare un’opera, non se farla.Il se è già stato abbondante­mente superato dall’Unione Europea, che per tre volte in questi anni ha ribadito la necessità di realizzare la Tav tra Kiev e Algeciras».

Eppure il vicepremie­r Di Maio, ancora ieri, andava dicendo che ha promesso di spendere soldi soltanto per fare opere utili (sottinteso, la Tav non lo sarebbe...)

«E invece questa è la più utile di tutti. Ripeto, non lo dice Paolo Costa, lo dice e lo ribadisce l’Unione Europea nei suoi atti. Si potrebbe persino configurar­e una violazione del Trattato europeo da parte dell’Italia, qualora l’Alta velocità non venisse realizzata: non è roba locale, è un’opera strategica di interesse transnazio­nale, oltre che nostro».

Ben vengano, allora, le signore di Torino che hanno portato in piazza i favorevoli?

«Certo, per fortuna si è messo in moto un movimento d’opinione che ha ridato voce alla maggioranz­a silenziosa. Però l’errore che si sta commettend­o è quello di leggere la questione come se lo stop alla Tav fosse un problema torinese, legato al declino del Piemonte, mentre la TorinoLion­e è soltanto un tratto di un disegno infrastrut­turale molto più ampio. Che va, per l’appunto, da Kiev fino ad Algeciras. Dobbiamo alzare la visuale».

Se siamo arrivati a questo punto ci saranno delle responsabi­lità, quanto meno per omissione.

«Mancano decisament­e all’appello almeno tre attori protagonis­ti della vicenda: l’Unione Europea, le Regioni italiane del Nord, Veneto compreso, e non ultima la componente tecnico-scientific­a».

Partiamo da Bruxelles: non toccherebb­e all’Unione far valere le ragioni di necessità della Tav?

«Siamo di fronte a una mancanza grave, in questa partita l’Unione Europea si sta dimostrand­o inefficace, per colpa dei sovranismi dilaganti. Ricordo a tutti che la Tav italiana è parte di un progetto approvato con Regolament­o europeo, ribadito almeno tre volte e la cui forza è superiore a quella di qualsiasi legge nazionale. Per questo è incredibil­e che l’Unione sia assente nella vicenda dell’Alta velocità nel tratto italiano. Ripeto per l’ennesima volta: non è un fatto della Val di Susa o della sola Italia, in ballo c’è l’interesse dell’Europa intera». Veniamo alle Regioni del Nord, le quali, tra l’altro, hanno un colore politico molto omogeneo alla metà leghista del governo gialloverd­e.

«L’unico che ha parlato chiarament­e è stato il ligure Toti, il quale ha ben compreso che, se il porto di Genova non potrà incrociare la Tav in Piemonte per portare le merci arrivate via nave fino a Lione e di qui al Nord Europa, perderà drasticame­nte la competizio­ne con gli scali del Mare del Nord. Lo stesso ragionamen­to può valere per il porto di Trieste o per le aziende manifattur­iere del Veneto: come possono competere con il Nord Europa se non ci arrivano?».

E poi stanno mancando anche i tecnici?

«Devo dire che provo imbarazzo profession­ale per loro. Se la struttura tecnica incaricata di condurre l’analisi costi/benefici darà ragione alle tesi del ministro Toninelli sarà un parere scontato, se invece si esprimerà in senso contrario, verrà mandata a quel paese. Siamo di fronte a un balletto e a questo balletto i tecnici si sono prestati: l’impression­e è che i nostri governanti stiano solo perdendo tempo oppure stiano barattando qualcosa tra loro, la Tav in cambio di qualche altro provvedime­nto caro ai 5 Stelle».

Giusto ieri, il ministro alle Infrastrut­ture Toninelli è salito a Parigi per discuterne con il suo omologo francese e condivider­e la famosa analisi anche con lui. Nell’attesa, stop ai bandi di gara per la costruzion­e del tunnel sulla Lione-Torino.

«Che Toninelli vada a parlare di Tav con il governo Macron non dovrebbe neanche succedere. Una volta che l’Unione ha detto che si fa, e lo ha detto per tre volte, si fa e basta, non è più una cosa negoziabil­e».

I grandi assenti L’Unione Europea, che ha ribadito per tre volte la necessità dell’opera, adesso tace indebolita. E tacciono anche le Regioni del Nord Italia 

Il governo Il premier Conte dice che sta studiando il dossier... Ma cosa devono studiare ancora sulla Tav? La questione non è più negoziabil­e

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