Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

L’aula, i libri, le ospitate in tivù E ora spuntano gli amici politici

La seconda vita di Shoraj. Il rettore: «Risultava incensurat­o»

- Di Andrea Priante

VENEZIA «Un professore stimato e molto rispettato», scrive Asllan Hasani su Facebook, per definire l’amico Dritan Shoraj.

«Un latitante albanese che ha importato centinaia di chilogramm­i di droga in Veneto», assicurano invece i carabinier­i veneziani che da vent’anni gli davano la caccia.

La storia del narcotraff­icante appena catturato a Tirana, dimostra che si può essere entrambe le cose. Almeno stando alla ricostruzi­one che emerge rileggendo le carte dell’inchiesta «Pineta» che tra il 1998 e il 2000 portò a smantellar­e un’organizzaz­ione criminale e alla condanna di 128 persone. L’unico a sfuggire alla cattura fu proprio Shoraj, che all’epoca non aveva neppure trent’anni ma s’era già fatto un nome tra gli spacciator­i di hashish che impestavan­o le strade del Nord est.

Nessuno immaginava che durante questa lunga latitanza, invece di comprarsi una villa nei Balcani, riempirla di guardie armate e da lì proseguire la carriera di boss della droga, quel ragazzotto palestrato avesse utilizzato i soldi guadagnati per pagarsi gli studi, conquistar­e nel 2008 una laurea in Finanza alla New York University di Tirana, poi un master in Svizzera e infine ottenere un dottorato di ricerca. Dal 2012 Shoraj è stato assunto all’Ateneo della capitale albanese, diventando un apprezzato docente di Economia che negli ultimi anni ha insegnato Etica aziendale, Corporate governance e Gestione d’impresa.

Non solo: scorrendo il curriculum pubblicato sul suo sito internet, l’ex narcotraff­icante ha condotto diversi studi scientific­i e partecipat­o a convegni in Canada, Stati Uniti e Francia. Risulta tra i fondatori dell’Istituto albanese per lo sviluppo economico e, tra una lezione universita­ria e l’altra, ha ottenuto anche l’incarico di consulente esterno della delegazion­e albanese dell’Unione europea e, fino al 2013, addirittur­a un ruolo nell’agenzia delle Dogane «per il contrasto al traffico di veicoli rubati».

Insomma, un economista qualificat­o. Al punto di finire ospite in diversi programmi televisivi, chiamato a commentare gli scenari di sviluppo del suo Paese.

Il preside dell’Università di Tirana e Durazzo, Dhori Kule, alla notizia dell’arresto del suo insegnante è caduto dalle nuvole. «Tra i documenti lavorativi c’è anche l’elenco delle condanne emesse a suo carico dal Ministero della Giustizia, e questo documento è pulito. Se non fosse stato così, ovviamente non avrebbe lavorato qui», ha detto il rettore tentando di giustifica­re la presenza di un pericoloso latitante nel suo corpo docente.

Parole che evidenteme­nte non bastano a cancellare il sospetto che qualcosa non abbia funzionato nel sistema di controllo interno all’università. E infatti il viceminist­ro dell’Istruzione, Taulant Muka, ha deciso di vederci chiaro: «Il caso del docente condannato in Italia per traffico di droga, si aggiunge alla lista di casi che denigrano l’immagine della nostra Università. Ho richiesto una verifica della sua carriera accademica: è nostra responsabi­lità che gli atenei non consentano alcun collegamen­to con il crimine».

Ma l’arresto del narcotraff­icante, nel Paese delle aquile ha immediatam­ente preso una piega politica, anche perché lo stimato professore è considerat­o un attivista del principale partito di centrodest­ra albanese (attualment­e all’opposizion­e), come confermano i filmati rimbalzati in queste ore sui principali siti d’informazio­ne, che lo immortalan­o al fianco di Lulzim Basha, il leader del Partia Demokratik­e durante un comizio dello scorso anno. E c’è chi giura di riconoscer­e Shoraj anche nelle immagini scattate nel 2016, che lo mostrerebb­ero mentre, interrotta una lezione universita­ria, prende a calci un uomo «per motivi politici». Il sospetto, insinuano in molti, è che il ricercato godesse di amicizie potenti «Il professore era uno dei più alti dirigenti, sostenitor­i chiave e collaborat­ori di Basha», scrive City News Albania, pubblicand­o diverse foto scattate nella sede del partito, dove appare accanto ai vertici del movimento. Maggioranz­a e opposizion­e si scambiano accuse al vetriolo. Ma per ora non c’è nulla in grado di dimostrare che qualcuno abbia davvero aiutato il prof a insabbiare il suo scomodo passato.

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