Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
L’aula, i libri, le ospitate in tivù E ora spuntano gli amici politici
La seconda vita di Shoraj. Il rettore: «Risultava incensurato»
VENEZIA «Un professore stimato e molto rispettato», scrive Asllan Hasani su Facebook, per definire l’amico Dritan Shoraj.
«Un latitante albanese che ha importato centinaia di chilogrammi di droga in Veneto», assicurano invece i carabinieri veneziani che da vent’anni gli davano la caccia.
La storia del narcotrafficante appena catturato a Tirana, dimostra che si può essere entrambe le cose. Almeno stando alla ricostruzione che emerge rileggendo le carte dell’inchiesta «Pineta» che tra il 1998 e il 2000 portò a smantellare un’organizzazione criminale e alla condanna di 128 persone. L’unico a sfuggire alla cattura fu proprio Shoraj, che all’epoca non aveva neppure trent’anni ma s’era già fatto un nome tra gli spacciatori di hashish che impestavano le strade del Nord est.
Nessuno immaginava che durante questa lunga latitanza, invece di comprarsi una villa nei Balcani, riempirla di guardie armate e da lì proseguire la carriera di boss della droga, quel ragazzotto palestrato avesse utilizzato i soldi guadagnati per pagarsi gli studi, conquistare nel 2008 una laurea in Finanza alla New York University di Tirana, poi un master in Svizzera e infine ottenere un dottorato di ricerca. Dal 2012 Shoraj è stato assunto all’Ateneo della capitale albanese, diventando un apprezzato docente di Economia che negli ultimi anni ha insegnato Etica aziendale, Corporate governance e Gestione d’impresa.
Non solo: scorrendo il curriculum pubblicato sul suo sito internet, l’ex narcotrafficante ha condotto diversi studi scientifici e partecipato a convegni in Canada, Stati Uniti e Francia. Risulta tra i fondatori dell’Istituto albanese per lo sviluppo economico e, tra una lezione universitaria e l’altra, ha ottenuto anche l’incarico di consulente esterno della delegazione albanese dell’Unione europea e, fino al 2013, addirittura un ruolo nell’agenzia delle Dogane «per il contrasto al traffico di veicoli rubati».
Insomma, un economista qualificato. Al punto di finire ospite in diversi programmi televisivi, chiamato a commentare gli scenari di sviluppo del suo Paese.
Il preside dell’Università di Tirana e Durazzo, Dhori Kule, alla notizia dell’arresto del suo insegnante è caduto dalle nuvole. «Tra i documenti lavorativi c’è anche l’elenco delle condanne emesse a suo carico dal Ministero della Giustizia, e questo documento è pulito. Se non fosse stato così, ovviamente non avrebbe lavorato qui», ha detto il rettore tentando di giustificare la presenza di un pericoloso latitante nel suo corpo docente.
Parole che evidentemente non bastano a cancellare il sospetto che qualcosa non abbia funzionato nel sistema di controllo interno all’università. E infatti il viceministro dell’Istruzione, Taulant Muka, ha deciso di vederci chiaro: «Il caso del docente condannato in Italia per traffico di droga, si aggiunge alla lista di casi che denigrano l’immagine della nostra Università. Ho richiesto una verifica della sua carriera accademica: è nostra responsabilità che gli atenei non consentano alcun collegamento con il crimine».
Ma l’arresto del narcotrafficante, nel Paese delle aquile ha immediatamente preso una piega politica, anche perché lo stimato professore è considerato un attivista del principale partito di centrodestra albanese (attualmente all’opposizione), come confermano i filmati rimbalzati in queste ore sui principali siti d’informazione, che lo immortalano al fianco di Lulzim Basha, il leader del Partia Demokratike durante un comizio dello scorso anno. E c’è chi giura di riconoscere Shoraj anche nelle immagini scattate nel 2016, che lo mostrerebbero mentre, interrotta una lezione universitaria, prende a calci un uomo «per motivi politici». Il sospetto, insinuano in molti, è che il ricercato godesse di amicizie potenti «Il professore era uno dei più alti dirigenti, sostenitori chiave e collaboratori di Basha», scrive City News Albania, pubblicando diverse foto scattate nella sede del partito, dove appare accanto ai vertici del movimento. Maggioranza e opposizione si scambiano accuse al vetriolo. Ma per ora non c’è nulla in grado di dimostrare che qualcuno abbia davvero aiutato il prof a insabbiare il suo scomodo passato.