Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
La lega «blinda» le case di riposo Michielon in pole per la presidenza
Il Tar ha bocciato il ricorso di Manildo sulle nomine. Il Pd: «No alle spartizioni»
TREVISO Le mani della Lega si allungano ancora di più sul consiglio di amministrazione dell’Israa, da sempre saldamente ancorato al centrodestra. Il Tar del Veneto ha rigettato il ricorso del Comune di Treviso (presentato dalla giunta Manildo ormai un anno fa) sul nuovo statuto dell’istituto delle case di riposo trevigiane, approvato in Borgo Mazzini nell’estate 2017 come risultato di un vero blitz politico mirato a mettere in minoranza il centrosinistra che era al governo della città. Il giudice invece ha dato torto a Ca’ Sugana: «Non risulta adeguatamente supportata la tesi secondo la quale la volontà dei fondatori era quella di riservare al Comune la nomina della totalità dei componenti del consiglio di amministrazione». Il Comune di Treviso ha sempre nominato 4 su 5 dei membri del Cda, quando ancora le giunte erano leghiste, ma con Manildo in municipio uno dei ruoli chiave della politica cittadina, posizione ambita e ben remunerata, veniva lasciato ai «rivali». Così l’operazione: il cda ha votato il nuovo statuto che prevede due nomine del Comune di Treviso, due dell’Ulss 2 e una della Provincia, che a differenza di prima non nominerà più il presidente ma un componente; l’unico a opporsi era stato il presidente dell’Israa, Luigi Caldato, nominato dal centrodestra ma ritenuto troppo vicino a Manildo. Il vecchio cda è rimasto in carica, in proroga, in attesa della sentenza sul ricorso ma l’ex sindaco non aveva aspettato per nominare i due consiglieri spettanti al Comune, quota centrosinistra: il commercialista Andrea Duodo e Ivonne Tordini, già assessore negli anni Ottanta con la Dc, anima del gruppo anziani di San Liberale. E ora che farà la Lega? Ci sono diverse opzioni. Con tre voti su 5 può avere ancora la maggioranza, oppure può fare ricorso al Consiglio di stato per riottenere tutti e cinque i nominati. Serviranno un paio di mesi per sciogliere il nodo: 30 giorni per un eventuale ricorso del Comune contro la sentenza sfavorevole, altri 30 per le nomine dell’Ulss; probabile che lì si inserirà il nome di Mauro Michielon, ex assessore leghista ed ex parlamentare, con diversi incarichi alle spalle, indicato come futuro presidente dell’istituto. Ma con questi tempi si va al prossimo anno. Il centrosinistra non molla e alza barricate contro la modifica dello statuto: «Le sentenze si rispettano – commenta il capogruppo del Pd Stefano Pelloni -. La studieremo per valutare se chiedere al sindaco l’impugnazione al Consiglio di Stato. Il Tar è chiamato a valutare non la bontà della modifica, ma la sua legittimità. Noi continueremo a sostenere che l’Israa è un patrimonio di tutta la cittadinanza trevigiana, che con anni di lasciti l’ha fatta crescere e diventare la realtà importante che è oggi. Non può essere oggetto di spartizioni della politica». A proposito di nomine, ieri il sindaco Mario Conte ha designato la terna del Comune di Treviso per il consiglio di indirizzo e programmazione di Fondazione Cassamarca: l’avvocato Luigi Garofalo (papabile vicepresidente), la commercialista Ombretta Toldo e Lisa Babolin.
Il Tar La volontà dei fondatori non era riservare al Comune la nomina della totalità del cda