Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Wanbao Acc», vertice al ministero Su 76 licenziati tanti accettano l’incentivo
MEL Sindacati e azienda, la «Wanbao Acc Italia» (compressori per frigoriferi) di Mel, domani al ministero dello Sviluppo economico (Mise). «Dopo le 76 lettere di licenziamento — afferma il nuovo segretario provinciale della Fiom, Stefano Bona — rapporti interrotti. Però i rappresentanti dei lavoratori avevano richiesto al Mise di convocare le parti, perché vorremmo capire cosa accadrà alle 300 tute blu rimaste e il piano industriale». I sindacati vogliono conoscere gli obiettivi dell’azienda, anche come volumi produttivi.
Intanto l’azienda ha ripreso a produrre senza cassa integrazione (finita un mese e mezzo fa): ora si lavora con tre turni di otto ore ciascuno. I sindacati avevano chiesto a «Wanbao Acc Italia» una riduzione generalizzata dell’orario di lavoro, che consentisse all’azienda di non licenziare nessuno. Non è andata così. Anche riducendo l’orario, restavano 20 esuberi. Le parti hanno interrotto il dialogo e sono partiti i licenziamenti. L’azienda, per evitare eventuali impugnazioni ha definito incentivi all’esodo, da 8 mila euro lordi, che contengono l’indennità di mancato preavviso. Su 76 licenziati, già 70 hanno accettato. Gli altri, dopo essersi consultati con i legali dei sindacati, stanno valutando se iniziare una causa. Ma i margini sembrano stretti. L’azienda ha licenziato sulla base di due criteri precisi: l’anzianità di servizio e i carichi di famiglia. Non è semplice provare che siano stati commessi errori di calcolo.
Fuori dall’azienda soprattutto le «tute blu» più giovani e quelle che, ultracinquantenni, non hanno più figli a casa. Nel caso in cui siano avviate cause legali, l’azienda ha tre mesi per decidere se venire incontro o meno alle richieste di chi si oppone al licenziamento.