Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Zambon punta forte sulla Cina: «Ma il Fluimucil lo facciamo qui»
Zambon investe e assume 120 persone. E Vescovi (Confindustria) attacca il governo
VICENZA I numeri fanno una certa impressione: le fiale di medicinale destinate al mercato cinese passeranno dagli attuali 50 milioni a 350, con un investimento di 30 milioni di euro sullo stabilimento di Vicenza e l’assunzione di 120 persone: «Perché il Fluimucil continueremo a produrlo qui».
VICENZA La domanda viene spontanea: ma se da qui al 2021 la previsione è quella di «invadere» ogni anno la Cina con 350 milioni di fiale di Fluimucil - lo storico medicinale mucolitico che Zambon produce a Vicenza ininterrottamente da 50 anni -, non vi è venuta la tentazione, se non altro per ragioni pratiche e logistiche, di andarle a preparare direttamente sul posto? La risposta di Andrea Paganelli, direttore industriale del Gruppo farmaceutico, è una delle buone notizie della giornata: «Il dubbio non ci ha nemmeno sfiorati. Stiamo parlando di un medicinale, non di un capo di vestiario, e la qualità che abbiamo raggiunto qui, nello stabilimento di Vicenza, in questo momento è irripetibile altrove. Noi portiamo italianità nel mondo; tutto sommato, in questi prodotti la logistica incide per meno del 4%».
Zambon crede a tal punto nelle potenzialità della storica sede di Vicenza che ha deciso di puntare un cifra molto importante, 30 milioni di euro, per adeguarne la capacità produttiva alle performance richieste dalla sfida cinese. Per intendersi sui numeri, oggi il Fluimucil destinato alla Cina viene prodotto in 50 milioni di fiale all’anno (l’anno scorso, per la cronaca, erano la metà), spedite in Estremo Oriente con un container al giorno, carico per tre quarti. In un anno a partire da oggi la cifra verrà raddoppiata, in due anni e mezzo le fiale diventeranno 35o/370 milioni e i container giornalieri sette.
Tutto ciò si deve all’accordo di partnership con la multinazionale britannica AstraZeneca, che si occuperà della distribuzione del farmaco ai settemila ospedali cinesi potenzialmente interessati. A Vicenza, dunque, verrà dapprima ampliato lo stabilimen- to esistente, mentre dal 2021 sarà operativo il nuovo complesso produttivo al quale, decisamente non a caso, verrà imposto il nome di Marco Polo. Ne guadagnerà, oltre al fatturato di Zambon, anche l’occupazione: «Assumeremo 120 persone - entra nel dettaglio Simonetta Bocca, responsabile risorse umane del Gruppo -, delle quali 45 già l’anno prossimo, pescando interamente dalle scuole superiori e dalle università del territorio». I nuovi assunti, infatti, saranno per il 70% neo-diplomati destinati alla linea di produzione, mentre il rimanente 30% sarà costituito da personale qualificato e laureato che si occuperà dei laboratori di qualità. Una volta a regime, i dipendenti della sede di Vicenza saliranno dagli attuali 290 a 410, 180 dei quali saranno dedicati esclusivamente alla produzione del mucolitico per il mercato cinese. Nel complesso, lavorano per Zambon - che possiede unità produttive in Italia, Svizzera, Francia, Cina e Brasile e ha 20 filiali tra Europa, America e Asia - 2700 persone, con una significativa maggioranza di donne.
Il massiccio investimento che la casa farmaceutica realizzerà a Vicenza ha restituito un sorriso al presidente della Confindustria locale, Luciano Vescovi: «Mi rinfranca e mi dà forza - ha detto, partecipando alla conferenza stampa di presentazione nel quartier generale di viale della Chimica poiché è la dimostrazione concreta che un’azienda leader nel suo settore continua a credere nell’Italia e nel territorio berico. Meno male - ha aggiunto Vescovi - visto che la nostra ultima indagine congiunturale, appena conclusa, ci dice che l’export vicentino extra UE è diminuito per la prima volta in tre anni. Il sentiment delle nostre imprese è
di non essere particolarmente amate da questo governo, distratto verso la comunità dei produttori soprattutto nella figura del vicepremier Di Maio. Noi siamo stufi della politica dei tweet, il bene del Paese si fa dimostrando di credere in aziende come questa».