Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
I Cinque Stelle in difesa «Il Nord ci ringrazierà»
Ipentastellati veneti reagiscono alle critiche delle categorie spiegando che si rimetteranno in moto i consumi interni e gli investimenti internazionali.
VENEZIA Il Movimento 5 Stelle veneto risponde ai numeri con i numeri. Parliamo delle proiezioni pubblicate in questi giorni secondo cui la manovra di bilancio sarebbe sbilanciata a Sud a discapito del Nord, a partire dal reddito di cittadinanza ma non solo. Apre le danze il veronese Mattia Fantinati, sottosegretario alla Pubblica Amministrazione: «È vero che in totale la percentuale di veneti che fruirà del reddito di cittadinanza è minore rispetto a quella di altre regioni, ma invito a guardare i numeri assoluti. A Verona, secondo le proiezioni pubblicate dai giornali, si parla di 27.300 famiglie, che sono di più delle 19.000 famiglie di Crotone, primatista in Italia tra le realtà che presumibilmente beneficeranno del provvedimento. In Veneto più di 120.000 nuclei familiari saranno sostenuti dal reddito di cittadinanza: sono comunque numeri importanti». A Fantinati l’equazione quasi stereotipata di un Veneto operoso e quindi autosufficiente va stretta: «È vero, il Veneto è virtuoso per definizione e punta di diamante dell’intero Paese, ma ciononostante la crisi ha colpito duramente anche il nostro tessuto imprenditoriale. Oltre alle politiche di sostentamento, si aggiungono i tanti provvedimenti a vantaggio delle piccole e medie partite iva che sono già inserite in finanziaria. La flat tax per i redditi inferiori ai 65.000 euro ad esempio va a premiare quella classe media, tipicamente del Nordest, che investe nell’impresa e nella propria professionalità». Rispedito al mittente, infine, il «teorema» secondo cui anche la pace fiscale andrebbe a vantaggio del Sud: «Il problema di cartelle inevase o dei morsi di Equitalia - conclude il sottosegretario - riguarda tutto il Paese reale. O vogliamo scordarci dei tanti imprenditori veneti strangolati dal fisco che hanno scelto di togliersi la vita?». Il questore alla Camera, il bellunese Federico D’Incà elenca asciutto: «Avanzi di amministrazione sbloccati per i Comuni virtuosi che in gran parte sono a Nord, con le politiche di sostegno facciamo ripartire i consumi interni, tassazione agevolata per i professionisti sotto i 65 mila euro». E poi, ancora, la sburocratizzazione per le imprese e le nuove assunzioni nei tribunali per velocizzare le controversie e la revisione del codice degli appalti: «Così facendo conclude D’Incà - potremo attrarre nuovamente i capitali stranieri». La parola d’ordine è ampliare il focus e inquadrare l’insieme dei provvedimenti in campo. E non aver paura di perdere consensi. «Siamo qui per fare bene - taglia corto il parlamentare veneziano Alvise Maniero, commissione Finanza alla Camera - poi si scopre che a Sud le situazioni critiche, parlo del reddito di cittadinanza, sono più numerose? Non è una novità. E il problema c’è anche a Nord. Sulla pace fiscale ricordo che si traduce nella fine dell’accanimento sul contenzioso tributario sistematico e cieco per molte aziende che hanno già vinto due gradi di giudizio liberando, così, ri- sorse, per perseguire i veri evasori. Non mi piace metterla in termini di Nord contro Sud ma faccio presente che in legge di bilancio ci sono due righe che stabilizzano gli sblocchi degli avanzi di amministrazione dei Comuni virtuosi che, molto spesso sono a Nord. Non basta? C’è il rischio di perdere consensi? Dei sondaggi non mi interessa, a noi interessa fare cose buone e utili. E finora siamo stati premiati al di là delle oscillazioni temporanee». Punta tutto sul rilancio dei consumi il senatore padovano Giovanni Endrizzi: «Il tessuto economico veneto e del Nord in generale si compone di aziende che hanno spesso importanti mercati al Sud, rivitalizzando il Sud si aiuta anche il Nord. Parliamo di consumi interni perché dobbiamo pensare al futuro. L’Europa ha sviluppato da tempo un sistema equilibrato fra sicurezza del reddito e flessibilità del lavoro, in Italia la ”flexicurity” mancava ancora».
Federico D’Incà Con la riforma del codice degli appalti e il nuovo organico ai tribunali potremo nuovamente attrarre anche gli investitori stranieri
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