Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Pochi giovani e tagli ai finanziamenti L’allarme del volontariato trevigiano
Il presidente del Csv Franceschini: «Le scelte di governo penalizzano il Terzo settore»
TREVISO I giovani stretti tra lo studio, il precariato e la ricerca di un lavoro che non hanno tempo per gli altri, le condizioni sociali e i rapporti umani che si fanno di anno in anno più tesi, i tagli che i governi fanno uno dopo l’altro.
La vita delle associazioni di volontariato diventa sempre più difficile. Sono sempre meno i ragazzi che decidono di dedicare tempo agli altri e i pensionati che rimpolpano le fila del Terzo Settore apparentemente non bastano. Anche perché le risorse pubbliche destinate alle associazioni sono sempre più ridotte. Basti pensare al Servizio Civile. La legge di bilancio ha infatti decretato un taglio netto del 50% delle risorse nazionali con una progressiva riduzione dei bandi di accesso. Per Treviso questo significa che dai 240 posti del 2019 destinati ai nuovi volontari del Servizio, si passerà ai circa 120 del 2020.
«Queste scelte di governo stanno pesando sul Terzo Settore - spiega Alberto Franceschini, presidente di Volontarinsieme-CSV Treviso, l’organizzazione che racchiude la maggioranza delle associazioni di volontariato in provincia di Treviso -. Le nostre preoccupazioni sul calo dei giovani nelle associazioni di volontariato rischiano di diventare sempre più fondate». A complicare la situazione del Terzo Settore anche il taglio dei fondi statali destinati alle attività e la progressiva burocratizzazione delle convenzioni con i Comuni. «Desideriamo solamente proseguire i nostri lavori nel campo del volontariato a Treviso, senza che ci vengano messi i bastoni tra le ruote», continua Franceschini, che teme un minore supporto alle associazioni di volontariato locali.
Perplessità anche su una nuova norma in vigore, la quale stabilisce l’attribuzione dei servizi di carattere sociale tramite appalti pubblici. Le organizzazioni no profit non hanno lo stesse risorse delle aziende o delle società di servizi, perciò il rischio è che si perdano per strada diverse attività oggi in funzione con un costo maggiore per gli enti pubblici. «Mi auguro che venga fatta al più presto chiarezza sulle nuove normative e che le associazioni e i Comuni possano tornare a decidere su chi debba svolgere le attività sociali di interesse generale come prima», aggiunge Franceschini. Nonostante le difficoltà, Treviso - come il resto del Veneto - registra dati importanti per quanto riguarda il numero dei volontari. Al momento infatti sono circa novemila, divise tra 350 associazioni, le persone che dedicano qualche ora della loro vita alle attività sociali, anche se per la maggioranza si tratta di pensionati. «I progetti però sono in crescita», chiosa il presidente del Csv. «Stacco Treviso», il servizio che mette a disposizione dei soggetti svantaggiati dei pulmini dedicati al trasporto, ha visto un aumento di 30 autisti (tutti volontari) nel corso di un anno, passando dai 240 del 2017 ai 270 del 2018. Un altro progetto da segnalare è «Vicinanza, prossimità e sostegno». In collaborazione con EbiCom, l’attività prevede l’assegnazione di un integramento mensile ai disoccupati che svolgono 40 ore di volontariato al mese in un’organizzazione del territorio, il tutto con la mediazione Volontarinsieme. «Su questo non posso che essere soddisfatto per i risultati raggiunti dalle nostre associazioni» conclude Franceschini.
I progetti Nonostante le difficoltà i progetti migliorano e il numero di volontari è ancora in crescita