Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
L’esplosione con feriti in stazione ferroviaria Società appaltatrice, indagati due dipendenti
Incidente nel settembre scorso, migliorano i tre lavoratori rimasti ustionati
BELLUNO Esplosione in stazione dei treni: la Procura inserisce due nomi nel registro degli indagati. Si tratterebbe di due persone che lavorano per la «Segeco», società appaltatrice dei lavori commissionati da Rfi (Rete ferroviaria italiana) connessi all’adeguamento infrastrutturale per l’elettrificazione della linea. Il reato è di lesioni gravi dovute a infortunio sul lavoro.
La squadra che il 23 settembre scorso si trovava sui binari vicino alla stazione ferroviaria di Belluno era formata da otto operai. Tre di loro erano rimasti feriti nell’esplosione del serbatoio del macchinario che utilizzavano. Valentino Martina di Tarvisio (Udine), Natalino Paschetto di Latisana (Udine) e il trevigano Bruno Da Silva Bueno erano stati portati in gravi condizioni ai Centri grandi ustionati di Milano, Padova e Verona. Due di loro sono dipendenti della «Segeco», il terzo della «Secoma» (società sub-appaltatrice).
I tre feriti stanno meglio e sono già stati interrogati sull’accaduto. Rimangono però ricoverati in ospedale. La Procura sta per nominare un consulente tecnico di Padova per ricostruire la dinamica dell’incidente.
Intanto sospeso il processo su sei tra infermieri e medici accusati della morte del figlio di una ghanese durante il parto del 24 aprile 2017 a Feltre. L’ipotesi di reato oscilla tra provocato aborto e omicidio colposo. Il Pm ha chiesto l’archiviazione del caso e la difesa si è accodata. La famiglia, parte offesa, invece vuole approfondire l’indagine. Il giudice ha preso tempo per decidere.
Infine, il 28enne di Cesio già a processo per lesioni personali aggravate alla madre è stato indagato anche per stalking e incendio.
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