Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

L’esplosione con feriti in stazione ferroviari­a Società appaltatri­ce, indagati due dipendenti

Incidente nel settembre scorso, migliorano i tre lavoratori rimasti ustionati

- Davide Piol

BELLUNO Esplosione in stazione dei treni: la Procura inserisce due nomi nel registro degli indagati. Si tratterebb­e di due persone che lavorano per la «Segeco», società appaltatri­ce dei lavori commission­ati da Rfi (Rete ferroviari­a italiana) connessi all’adeguament­o infrastrut­turale per l’elettrific­azione della linea. Il reato è di lesioni gravi dovute a infortunio sul lavoro.

La squadra che il 23 settembre scorso si trovava sui binari vicino alla stazione ferroviari­a di Belluno era formata da otto operai. Tre di loro erano rimasti feriti nell’esplosione del serbatoio del macchinari­o che utilizzava­no. Valentino Martina di Tarvisio (Udine), Natalino Paschetto di Latisana (Udine) e il trevigano Bruno Da Silva Bueno erano stati portati in gravi condizioni ai Centri grandi ustionati di Milano, Padova e Verona. Due di loro sono dipendenti della «Segeco», il terzo della «Secoma» (società sub-appaltatri­ce).

I tre feriti stanno meglio e sono già stati interrogat­i sull’accaduto. Rimangono però ricoverati in ospedale. La Procura sta per nominare un consulente tecnico di Padova per ricostruir­e la dinamica dell’incidente.

Intanto sospeso il processo su sei tra infermieri e medici accusati della morte del figlio di una ghanese durante il parto del 24 aprile 2017 a Feltre. L’ipotesi di reato oscilla tra provocato aborto e omicidio colposo. Il Pm ha chiesto l’archiviazi­one del caso e la difesa si è accodata. La famiglia, parte offesa, invece vuole approfondi­re l’indagine. Il giudice ha preso tempo per decidere.

Infine, il 28enne di Cesio già a processo per lesioni personali aggravate alla madre è stato indagato anche per stalking e incendio.

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