Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Bella Ciao e rose rosse per l’addio a Eros

La bara di Lorenzoni avvolta nella bandiera dell’Anpi: «Un grande uomo»

- S.Ma.

TREVISO Senza parole, suonata da un violino, ma dalla melodia inconfondi­bile per chiunque: «Bella ciao» ha accompagna­to l’ultimo viaggio di Umberto Lorenzoni, partigiano, combattent­e, storico presidente dell’Anpi di Treviso, ieri pomeriggio a Santa Bona.

Una sala del commiato troppo piccola per poter accogliere tutti quelli che l’hanno voluto salutare e omaggiare, ripetendo le parole più care al Comandante Eros: libertà e Costituzio­ne. La bara era avvolta in una bandiera dell’Anpi, sormontata da un enorme mazzo di rose rosse. Tutto intorno c’erano stendardi, bandiere, fazzoletti tricolore al collo di centinaia di persone, dentro e fuori l’edificio. «La tua eredità rimarrà nei valori che hai trasmesso, la tua opera preziosa non sarà dimenticat­a» ha detto la moglie Renata, con lui da 25 anni e nei lunghi e difficili sette ultimi mesi. Berto, simbolo e protagonis­ta della Resistenza, memoria storica e impegnato nelle battaglie sui diritti, è morto domenica sera a 92 anni. «Non è un addio – ha detto Giuliano Varnier, dell’Anpi di Treviso -, i tanti partigiani che ci hanno lasciato li ritroverem­o ogni volta che torneremo in piazza contro i prepotenti, per i diritti al lavoro, alla dignità e all’accoglienz­a, contro il tentativo di stravolger­e la Costituzio­ne e il ritorno del passato. Il 25 aprile e il 2 giugno non saranno mai feste divisive». In prima fila, durante la cerimonia laica, c’erano quattro sindaci (Mario Conte di Treviso, Paolo Galeano di Preganziol, Miriam Giuriati di Casier e Rino Manzan di Povegliano), rappresent­anti di associazio­ni, sindacati, del Pd, del mondo della cultura e dell’impegno civico e sociale, tanti giovani e tanti volti storici della sinistra che a Berto deve molto; un saluto anche dall’Anpi nazionale. Il presidente onorario dell’Avl, Aldo Tognana, non ha potuto essere presente ma non ha fatto mancare il suo saluto, da amico e combattent­e, a Lorenzoni: «Un grande uomo, fiero patriota, esempio e maestro. Mi sento sempre il tuo secondo, anche a 98 anni». Poi è toccato al segretario della Cgil Giacomo Vendrame rendere omaggio a Berto, «per tutti noi un punto di riferiment­o, non serviva cercarlo, si trovava sempre», e ai giovani della Rete degli Studenti: sono loro il futuro a cui il comandante Eros voleva trasmetter­e la passione, l’impegno e il rispetto dei valori fondanti della Repubblica.

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A sinistra la bara, sopra Lorenzoni
 ??  ?? Le esequie
Le esequie

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