Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Nelle città danni per 26 milioni di euro
Maltempo: a Feltre le prime stime lievitano a quasi 19 milioni, nel capoluogo per adesso 6 milioni Alberi schiantati, il progetto: ricostruire col legno gli edifici crollati per i terremoti in Centro Italia
BELLUNO Alla conta dei danni del maltempo il Bellunese scopre un conto salatissimo. Ammonta a quasi 26 milioni di euro il bilancio della prima ricognizione realizzata dai Comuni di Belluno e Feltre. E parliamo di cifre ancora in gran parte provvisorie, frutto di una stima realizzata in 5 giorni e inviata alla Regione per l’attivazione del Fondo di solidarietà europeo.
A Belluno il computo totale dei danni sfiora quota 6 milioni di euro: 4,1 milioni per il solo patrimonio pubblico, dei quali oltre un milione e mezzo per il parco di Lambioi (ma senza contare gli argini divelti) e un altro milione per gli schianti di alberi e strutture in Nevegal. I danni alle proprietà private, per ora, ammontano a 1,6 milioni di euro.
«Alla fine però, a essere ottimisti, il conto sarà almeno raddoppiato — sottolinea il sindaco Jacopo Massaro — In questa prima stima sommaria mancano molti danni non ancora censiti. Inoltre, qua parliamo solo di una stima del patrimonio comunale e di interventi per “rattoppare” i problemi, non per risolverli. Come nel caso della Spes Arena: abbiamo inserito 17 mila euro, ma quei soldi sono serviti solo per una prima sistemazione del tetto».
Al conto mancano tutti i danni subiti dagli altri enti che hanno proprietà sul territorio comunale, dal Genio Civile a «Bim Gsp», fino a Anas, Enel e «Veneto Strade». E molti privati hanno segnalato il danno, ma non la stima. «I nostri uffici — commenta il sindaco — stanno continuamente aggiornando il bilancio dei danni».
Situazione ancora peggiore a Feltre, che vede lievitare di giorno in giorno il conto dei danni. Il totale aggiornato a ieri è di oltre 19 milioni di euro, tra proprietà pubbliche e private. Dai cittadini sono arrivate 638 segnalazioni di danni, per un totale di circa 10 milioni di euro. Cresce anche il bilancio dei danni ai beni pubblici, attestato ora a quota 6,8 milioni di euro. E a queste cifre vanno aggiunti almeno altri due milioni di euro di danni registrati dalle attività economiche, ma senza contare le aziende agricole, che stanno rendicontando direttamente ad Avepa, l’agenzia della Regione del settore.
Passata la paura, però, c’è voglia di ripartire, con progetti innovativi. Come quello della Scuola del legno del Centro consorzi di Sedico che ha lanciato la proposta di recuperare il legno dei 100 mila ettari di boschi abbattuti nel Bellunese per ricostruire le case rase al suolo dal terremoto in Centro Italia dello scorso anno. «Non tutti gli alberi sono recuperabili, ma quelli che si possono salvare — spiega Michele Talo, direttore del Centro — vanno utilizzati per evitare che vengano aggrediti dai parassiti. L’emergenza può essere affrontata andando a ricostruire dove serve: il legno è il materiale più pratico e veloce da utilizzare». Per Talo la solidarietà diventa «una possibile filiera: ci sono aziende che lavorano il legno in Veneto, ma anche in Abruzzo e nelle Marche».
L’idea ha ricevuto il consenso trasversale della politica, a cominciare dai parlamentari Roger De Menech (Pd) e Dario Bond (FI). Per De Menech si stimola così «il comparto del legno, dalle grandi potenzialità, ma al momento debole». Bond approva il mix di solidarietà, economia e utilizzo corretto delle risorse, ma auspica «una cabina di regia».
Anche l’Agordino riparte. I sindaci dei comuni colpiti più duramente dall’alluvione dello scorso 29 ottobre si ritroveranno martedì prossimo al palaghiaccio di Alleghe per rilanciare il progetto di valorizzazione turistica dell’Agordino, finanziato con il Fondo per i Comuni confinanti e che ha rischiato di vedere andare sott’acqua gran parte del lavoro fatto finora. Intanto, dal presidente di Federalberghi Veneto, Marco Michielli e dal suo collega bellunese, Walter De Cassan, i ringraziamenti a tecnici, volontari, gente comune, che da tutta Italia ha raggiunto il Bellunese per ripristinare strade, linee elettriche, acquedotti e ripulire i boschi. «Grazie a loro — spiegano Michielli e De Cassan — potremo accogliere i turisti in tempo per il weekend dell’8 dicembre».
Situazione ancora critica, invece, a Perarolo di Cadore, dove è stato prolungato fino a domani alle 14 lo stato di allerta rosso per la frana della «Busa del Cristo». Lo rende noto il Centro funzionale decentrato della Protezione civile regionale.
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