Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Rapina in banca, clienti eroi fermano un ladro
Verona, arrestato un pregiudicato, ma il complice fugge. La testimone: «Io ho chiamato la polizia»
VERONA «Era la prima volta che mettevo piede in questa filiale». Adrenalina ancora in corpo, ma Alessandro accetta di fermarsi e raccontare quel che ha appena vissuto insieme alla moglie Nuccia durante la tentata rapina alla filiale del Banco Bpm di piazza Risorgimento, a San Massimo. È stata anche la signora, con uno stratagemma, a riuscire a dare l’allarme ieri pomeriggio mentre i due banditi si trovavano ancora all’interno degli uffici. E a fare in modo che la polizia riuscisse ad arrestare uno dei due rapinatori, inizialmente bloccato e messo a terra proprio da Alessandro e da altri due clienti coraggiosi. «Saranno state le 14.40 circa, avevano appena riaperto spiega la coppia -. Noi eravamo seduti in una stanzetta con una dipendente. Stavamo
aspettando nostra figlia. In filiale in tutto ci saranno stati altri 7-8 clienti».
I due banditi sono entrati a volto scoperto. Modi decisi. Uno ha estratto un taglierino e ha minacciato una dipendente, facendosi indicare l’ufficio del direttore. L’altro invece, pure lui armato di cutter, ha invitato i clienti a consegnargli i cellulari, tentando poi di rinchiuderli in una stanza ma senza riuscirvi. «Da noi è arrivata una impiegata e ci ha chiesto i telefonini. Ma io il mio non l’ho consegnato spiega Nuccia -. Poi mi sono chiusa in bagno e ho chiamato le forze dell’ordine». Nel frattempo, dall’interno della filiale, qualcuno aveva già attivato l’allarme antirapina e la centrale operativa della questura aveva dirottato in zona le volanti.
Tutto è durato una manciata di minuti. «Uno dei due malviventi si è avvicinato a noi, parlava con un forte accento siciliano. Ci ha detto che aveva dei figli. Io gli ho detto che stavamo aspettando nostra figlia e lui mi ha detto che l’avrebbe fatta entrare senza problemi - prosegue Nuccia -. Ma a quel punto mi è scattato l’istinto materno. Col cavolo che avrei lasciato mia figlia nelle loro mani».
Complice l’emozione, la ricostruzione si fa un po’ confusa. «Ha avuto una piccola crisi» accenna il marito. «Ma quale crisi e crisi, ho fatto finta» lo interrompe Nuccia. Di certo, l’imprevisto ha colto di sorpresa i due banditi. E, in quel momento, un cliente ha approfittato della situazione ed è saltato addosso al rapinatore vicino ai due coniugi.
«A quel punto io e un terzo uomo ci siamo lanciati a dargli manforte e lo abbiamo bloccato - dice Alessandro -. Il complice si è lanciato verso l’uscita e ha aperto le porte automatiche, forzandole a braccia». All’arrivo della prima volante, il bandito era già riuscito a dileguarsi a piedi lasciando dietro di sé il borsone in cui i due avevano probabilmente progettato di infilare la refurtiva. La sacca, però, era vuota. Il primo rapinatore, sentendo le sirene delle pattuglie, aveva strattonato i clienti «eroi» e si era già lanciato verso l’uscita. Ma proprio all’ingresso si è trovato di fronte agli agenti che lo hanno ammanettato. Si tratta di un siciliano di 28 anni con precedenti. Su disposizione del pm di turno Stefano Aresu, è già stato accompagnato in carcere a Montorio in attesa di convalida. Ma la «caccia all’uomo» per individuare il complice fuggito, è durata fino a sera.
Alessandro Io e un altro uomo ci siamo buttati addosso al rapinatore bloccandolo