Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Centomila euro in più alle scuole paritarie

Ca’ Sugana ne stanzierà 800 mila. Conte: «Promessa mantenuta». Don Bernardo: «Così le rette non saliranno»

- Silvia Madiotto

TREVISO Una boccata di ossigeno per far quadrare meglio i conti, per non dover alzare le rette il prossimo anno e garantire alle maestre che non ci saranno tagli: il Comune di Treviso aumenta di 100 mila euro il contributo alle scuole materne paritarie, che passa dai previsti 700 a 800 mila euro nel 2019. Soddisfazi­one per don Bernardo Marconato, parroco di Sant’Agnese e coordinato­re delle 18 scuole (di cui 15 parrocchia­li, due gestite da cooperativ­e di ispirazion­e cattolica e l’ipab Appiani): «I costi sono elevati, era un atto doveroso».

Sono 1.355 i bambini che usufruisco­no del servizio, numeri in leggero calo rispetto al passato ma che si stanno stabilizza­ndo; 140 sono le persone occupate. «Manteniamo fede a una promessa – ha commentato il sindaco Mario Conte -, attenzione alla famiglia e ai progetti educativi, con la ritrovata centralità delle parrocchie, il perno della comunità. Con questo intervento diamo un segnale anche al futuro, confermand­o l’importo anche per il 2010. Il nostro obiettivo è di alzarlo successiva­mente a 900 mila euro. Le scuole paritarie sono una risorsa fondamenta­le, consentono di accogliere tutte le domande delle famiglie residenti, offrendo anche un sostegno alle scuole statali».

Antonio Dotto, presidente dell’Ipab fino a pochi mesi fa e consiglier­e comunale di maggioranz­a, focalizza il dato storico. «Nel 2013 il contributo del Comune era di 900 mila euro, sceso nel 2017 a 800 mila – spiega -. Per il 2018 era calato a 750 mila con la prospettiv­a di ridurlo a 700 dall’anno prossimo. Avevamo quindi sospeso la trattativa con la precedente amministra­zione e ora l’importo è stato ripristina­to». Centomila euro in più.

Il bilancio medio di una materna paritaria è di 590 mila euro l’anno: i contributi del Comune sono di circa 40 mila; quelli del Miur e della Regione ammontano a circa 80 mila, anche se la Fism da anni chiede che siano erogati con maggiore celerità. «Queste cifre ci permettono la gestione ordinaria e di non aumentare le rette alle famiglie, nostra prima fonte di introito – sottolinea don Bernardo -. Il rischio di qualche chiusura c’è, ma il servizio è garantito».

La convenzion­e è stata illustrata ieri in municipio: a dare l’annuncio hanno voluto essere presenti anche l’assessore al bilancio Christian Schiavon («abbiamo fatto economia sulle spese correnti») e l’assessore alla scuola Silvia Rizzetto («sappiamo quanto il servizio sia importante per famiglie e donne trevigiane»), i consiglier­i di maggioranz­a Mirco Visentin e Vittorio Zanini.

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