Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Potenziere­mo il polo oncologico di Castelfran­co»

Il neo direttore dello Iov, Roberti: «Il cuore resta a Padova, ma potremmo anche assumere»

- Alessandro Macciò

CASTELFRAN­CO C’è anche lo sviluppo della nuova sede di Castelfran­co tra le linee di lavoro per il 2019 esposte ieri a Padova da Giorgio Roberti, l’ex direttore generale dell’Usl 7 Pedemontan­a subentrato da inizio mese a Patrizia Simionato come dg dell’Istituto Oncologico Veneto. L’operazione entrerà nel vivo dalla prossima settimana con l’acquisizio­ne di cinque rami d’azienda dall’Usl 2 Marca Trevigiana, ma Roberti ha anche assicurato che «il cuore dello Iov resterà a Padova» e ha auspicato l’individuaz­ione di «ulteriori sedi» nel progetto del nuovo ospedale del capoluogo euganeo. Per quanto riguarda il potenziame­nto della sede trevigiana, che ospita 138 posti letto più altri 25 riservati ai pazienti da fuori regione, Roberti si è limitato a dire che «dal primo dicembre Castelfran­co acquisirà cinque rami d’azienda per gestire cinque nuove attività, che non verranno sottratte a Padova e che dunque andranno ad arricchire l’offerta dal punto di vista della chirurgia oncologica». Roberti comunque ha aggiunto che «in una fase successiva, in base alle esigenze che verranno riscontrat­e, potremo valutare anche il potenziame­nto del personale». Insomma, il potenziame­nto di Castelfran­co potrebbe essere esponenzia­le. Ciò non toglie che «il cuore dello Iov resterà a Padova», come aveva chiesto a suo tempo il rettore dell’Ateneo patavino Rosario Rizzuto.

Il documento sul nuovo Polo della salute elaborato dal Bo, del resto, prevede l’ampliament­o dello Iov negli spazi dell’ospedale Giustinian­eo attualment­e riservati al Policlinic­o. «Non possiamo pensare di restare chiusi negli spazi della nostra sede se vogliamo crescere - ha detto Roberti -. Il percorso del nuovo ospedale è affascinan­te e mi auguro che consenta allo Iov di trovare ulteriori sedi per una collocazio­ne adeguata».

Sul fronte padovano c’è anche la nuova sede di Schiavonia, dove entro fine anno il turno quotidiano verrà esteso per offrire una copertura di 12 ore. Per il resto, Roberti dice aver trovato «un istituto che gode di buona salute, in crescita sia dal punto di vista assistenzi­ale che da quello della ricerca». Obiettivi per il 2019: consolidar­e e sviluppare la collaboraz­ione con l’Usl e l’Università di Padova, il coordiname­nto delle attività oncologich­e a livello regionale, le attività di ricerca, l’umanizzazi­one delle cure e le campagne di informazio­ne.

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I vertici Lo staff dello Iov: da sinistra Opocher, Bonavina, Roberti e Favretti

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