Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Cava inquinata, Cosmo: «Tutto in regola» Secondo la difesa le miscelazioni di sostanze è stata fatta a norma di legge
VENEZIA «La terra dove poggia il materiale posto sotto sequestro, la falda acquifera sottostante e l’aria che circonda i cumuli non contengono sostanze inquinanti o pericolose per l’uomo, men che meno fibre di amianto».
Ad assicurarlo è l’avvocato Domenico Giuri dello studio legale Mda di Venezia, difensore della famiglia Cosmo, titolare dell’omonima azienda finita al centro dell’indagine sui presunti rifiuti inquinati che sarebbero stati utilizzati per realizzare sottofondazioni o rilevati stradali. Secondo le accuse, l’azienda avrebbe miscelato il materiale di risulta dei cantieri con rifiuti per diluirne gli inquinanti anziché suddividere i componenti, aggiungendo poi leganti e rivendere il tutto alle ditte edili. Una miscelazione effettivamente avviene negli stabilimenti Cosmo, ma nulla avrebbe a che fare con sostanze pericolose: dai rifiuti verrebbero eliminati i materiali impropri e ciò che ne rimane viene mescolato. Si ottiene così una materia prima a cui, in alcuni casi, venivano aggiunti leganti idraulici per ottenere un semilavorato poi commercializzato. Sulla materia prima, spiegano i legali dell’azienda, Cosmo avrebbe effettuato i test di cessione, come previsto dall’autorizzazione integrata ambientale (Aia) provvisoria a cui l’azienda ha risposto dal 2013 al 2015. Nel 2016 l’autorizzazione è divenuta definitiva e, secondo alcune interpretazioni delle norme, da quel momento il controllo avrebbe dovuto essere eseguito anche sul semilavorato. Per quanto riguarda le fibre di eternit, l’avvocato Giuri spiega che «sono stati individuati tre frammenti grandi come una moneta da 1 euro su tre diverse porzioni di cumuli grandi 3.000 metri cubi». I frammenti, presenti nei blocchi situati a Paese, stando all’ordinanza dell’amministrazione trevigiana avrebbero dovuto essere eliminati a Noale. Poi, però, a bloccare tutto è arrivato il sequestro. Ora si attende l’udienza.
La cava Le cave sono state poste sotto sequestro in attesa della prima udienza