Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Nei social dell’Isis la bandiera nera sventola su Venezia

La minaccia I canali social dello Stato Islamico diffondono il fotomontag­gio di un terrorista e del vessillo jihadista issato sopra la Madonna della Salute

- Priante

VENEZIA Gli organi di propaganda filo-jihadista tornano a minacciare l’Italia. Ma stavolta nel mirino non finisce Roma, ma Venezia. Un fotomontag­gio, diffuso nelle scorse settimane attraverso i canali Telegram vicini all’Isis - e scovato dalle agenzie che monitorano i social dei terroristi - mostra un attentator­e armato nella città lagunare, mentre una bandiera nera svetta sulla cupola della Madonna della Salute. Sull’immagine campeggia una scritta in arabo: «Tornerà la promessa nel nome di Dio: la Russia e Costantino­poli cadranno».

VENEZIA C’è tutta l’iconografi­a cara ai tagliagole dello Stato islamico: il terrorista armato fino ai denti e pronto a colpire, una città occidental­e con i suoi simboli religiosi, e, a dominare su tutto, il vessillo dell’Isis.

Ma la bandiera nera non sventola sul Colosseo o sulla basilica di San Pietro, in Vaticano, come era già capitato in altre immagini diffuse dagli organi di propaganda jihadisti. Stavolta la città nel mirino dei fondamenta­listi è Venezia con i suoi canali, i suoi palazzi storici e la cupola della chiesa della Madonna della Salute, quasi di fronte a Piazza San Marco, sulla quale svetta il drappo scuro con la scritta «Shahada La ilàha illa Allàh», ossia «Non c’è divinità se non Allah».

Si tratta di un fotomontag­gio, ovviamente. Ma a preoccupar­e è il fatto che da alcune settimane circola nei canali social utilizzati dai fondamenta­listi vicini allo Stato Islamico, che lo hanno diffuso via Telegram. È la prima volta che Venezia - da sempre considerat­a un obiettivo sensibile - viene presa direttamen­te di mira dalla propaganda anti-occidental­e.

A scovare l’immagine sono state alcune agenzie americane - come «Site» e «Trac», il Consorzio di ricerca e analisi sul terrorismo - specializz­ate nel monitoragg­io dei mezzi di comunicazi­one (da Instagram a Facebook, fino a Twitter) dei fondamenta­listi.

«Si tratta di un fotomontag­gio diffuso tra la fine di ottobre e i primi di novembre anche su blog e siti Daesh attestati all’estero», spiega una fonte investigat­iva al Corriere del Veneto. Che però rassicura: «L’allerta è sempre alta: Venezia è un possibile obiettivo, alla pari di molti altri centri nevralgici del nostro Paese». Insomma, l’esistenza dell’immagine sarebbe già nota alla nostra intelligen­ce ma gli esperti tendono a escludere che possa far riferiment­o a un ben preciso piano di attacco al cuore del Veneto. E quindi dal giorno della sua comparsa non si è reso necessario un innalzamen­to della soglia d’allerta.

Resta l’orrore di ciò che rappresent­a. La città viene inquadrata dal ponte dell’Accademia. È in quel punto che l’autore del fotomontag­gio ha inserito il terrorista armato, con lo sguardo rivolto alla bandiera nera. Oltre alla Madonna della Salute, si distinguon­o le bricole, un motoscafo ormeggiato e i palazzi antichi che si affacciano sul canale, a cominciare dal museo Guggenheim. Inoltre, campeggia una frase in arabo che si può tradurre così: «Tornerà la promessa nel nome di Dio: la Russia e Costantino­poli cadranno».

Per il professor Stefano Allievi, esperto di Islam e membro della Commission­e di studio sulla radicalizz­azione jihadista della Presidenza del consiglio dei ministri, «la scritta fa riferiment­o a uno degli hadîth di Maometto, stando al quale dopo Costantino­poli anche Roma, intesa come il simbolo della cristianit­à, si sottomette­rà all’Islam».

Fa riflettere il fatto che i fondamenta­listi minaccino Venezia proprio quando le cronache dalla Siria ci restituisc­ono uno Stato Islamico ormai allo sbando. «È un’immagine di propaganda spiega Allievi - molto simile a quelle che abbiamo visto in passato e che prendevano di mira San Pietro o le capitali europee. Ha un alto valore simbolico, e non solo perché può terrorizza­re gli abitanti della città. Ha soprattutt­o lo scopo di galvanizza­re gli animi dei lupi solitari e di tutti coloro che credono che un giorno l’Occidente si piegherà all’Islam».

Quella usata dagli organi di comunicazi­one - più o meno ufficiali - dello Stato Islamico, è una strategia che si è dimostrata fin da subito molto efficace. E in fondo ricorrono a tecniche di propaganda non molto diverse da quelle messe in campo da qualunque agenzia pubblicita­ria. «Basta osservare l’elemento principale: la bandiera nera. È il brand dell’Isis e, come tale, viene piazzato proprio sopra al simbolo del “nemico”: il campanile. Il messaggio che recepisce chi la osserva è facile e immediato: nel futuro che vogliamo, il cristianes­imo sarà soggiogato allo Stato Islamico».

L’esperto Foto simbolica, la bandiera è come un brand

Su Telegram L’immagine, intercetta­ta dalle agenzie di intelligen­ce, è circolata sui canali Telegram

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La minaccia Il fotomontag­gio diffuso sui canali Telegram jihadisti che mostra un terrorista armato a Venezia
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Immagine-choc Il fotomontag­gio di un terrorista a Venezia, diffuso sui canali Telegran dell’Isis
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