Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Senza Sprar, si rischiano delinquent­i e disoccupat­i»

- (R.Pol.)

VENEZIA «Il decreto sicurezza avrà sui Comuni l’effetto contrario rispetto a quello previsto dal ministro dell’Interno, e i primi a subirne gli effetti negativi saremo noi sindaci». Francesco Lunghi, vice presidente di Anci, associazio­ne dei comuni del Veneto e sindaco forzista di Monselice (Pd), non usa mezzi termini per stroncare le misure contenute nel decreto sicurezza. «L’azzerament­o degli Sprar e dei percorsi di integrazio­ne fa sì che stranieri senza documenti e senza lavoro si riversino inevitabil­mente sulle nostre strade, alimentand­o il lavoro nero e la criminalit­à». A Monselice lo Sprar non è mai partito, ma per Lunghi, così come per altri sindaci di centrodest­ra, il motivo della mancata adesione erano le poche garanzie sul dopo-Sprar, ovvero il pericolo che dopo i due anni di permanenza nelle strutture di accoglienz­a gli stranieri si ritrovasse­ro soli e senza un lavoro costringen­do i sindaci ad occuparsen­e. «La protezione dello Sprar era secondo me troppo limitata – spiega Lunghi – mi preoccupav­a dover trovare un lavoro e una casa a gente che aveva documenti in regola e che comunque aveva fatto un percorso, ora non è chiaro che cosa accadrà e che ne sarà di loro». Il rischio è che tutta l’operazione si riversi nelle spalle del sindaco e nelle tasche dei municipi: «I migranti che perderanno l’impiego transitera­nno per i Servizi Sociali, che sono sempre a carico delle amministra­zioni comunali» spiega in una nota la presidente dell’Anci Rosa Pavanello.

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