Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Casa Luna è serenità E gli uomini violenti non fanno più paura
TREVISO Casa Luna è il luogo dove la paura sparisce, uno spazio al sicuro dagli uomini violenti, il rifugio per le donne che vogliono ricominciare a vivere lontano da chi ha fatto del male a loro e ai loro figli. A distanza di un anno dall’avvio del progetto, la prima casa protetta di Treviso fa il punto sul servizio gestito da La Esse e Domus Nostra: 6 donne e 4 minori sono stati accolti nell’alloggio per un totale di 411 giorni di accoglienza; a queste si aggiungono 14 donne e 11 minori che hanno usufruito del servizio di pronta assistenza, una risposta all’emergenza rapida nei giorni subito dopo la fuga da casa; sono state 46 le attivazioni del coordina- mento, a testimoniare che il problema è purtroppo più esteso di quanto sembri, anche nella Marca.
Un convegno ieri mattina a Santa Caterina ha fatto il punto su un fenomeno che istituzioni, forze dell’ordine, associazioni e azienda sanitaria hanno messo fra i primi punti dell’agenda: i maltrattamenti in famiglia e la rilevazione del rischio nella violenza di genere, subita e assistita anche dai bambini. Il servizio, gratuito, è rivolto alle donne aggredite o che si sentono a rischio e per questo necessitano di protezione immediata.
Scappano per salvarsi e hanno bisogno di un tetto, un luogo in cui nessuno pos- sa andare a cercarle. L’alloggio si trova a Treviso ma la sua collocazione resta segreta: le ospiti non hanno nulla da temere, inserite in un contesto sereno. La Esse e Domus Nostra garantiscono l’assistenza di personale qualificato, tre psicologhe, due educatrici e un’avvocatessa che si alternano durante la settimana, mentre la casa è a disposizione delle donne e dei figli; ne possono essere accolte fino a quattro contemporaneamente. Non c’è una tipologia di vittima: fra le 14 per le quali è stato valutato l’inserimento ci sono state tre ragazze di vent’anni e due over 60, ma con prevalenza fra i 26 e 45 anni; per metà sono italiane mentre le altre sette erano provenienti da Nigeria, Marocco, Kosovo, Macedonia, Santo Domingo e Bangladesh. Gli uomini violenti sono giovani e anziani, benestanti o indigenti, istruiti o poco colti, l’aguzzino ha molte forme. «Ma una cosa emerge – spiega Chiara Ceccarello, psicologa di La Esse -. Le donne che lavorano riescono ad uscire più facilmente dalle situazioni di crisi e a ricominciare a vivere la loro vita, anche fuori dalla struttura». Nel 2018 la casa rifugio di Treviso (capofila del distretto ex Ulss 9) è stata finanziata con 80 mila euro della Regione Veneto. Al convegno formativo hanno partecipato oltre 120 assistenti sociali dei Comuni trevigiani, amministratori, operatori di associazioni che si occupano di fragilità, lotta alla violenze e protezione delle donne. A fare gli onori di casa, a Santa Caterina, c’erano il sindaco Mario Conte e gli assessori Silvia Nizzetto e Gloria Tessarolo: il primo cittadino si è impegnato a convocare la conferenza dei sindaci per mantenere il servizio economicamente e supportarlo adeguatamente anche in futuro; le due referenti della giunta hanno promesso attività di prevenzione ed educazione a partire dai giovani.
Ceccarello Le donne che lavorano sono quelle che riescono a uscire più in fretta dalle situazioni di violenza